Peter Rabbit 2: un birbante in fuga - Un racconto per famiglie leggero e autoironico
Dopo il successo del primo Peter Rabbit (350 milioni di dollari d'incasso ), il regista Will Gluck torna ad adattare le avventure di Peter Coniglio, con una sceneggiatura originale scritta da lui stesso con Patrick Burleigh. Libri e film sono, ovviamente, creature diverse, e si sa che non sempre sono in sintonia.
Questo secondo film live-action si discosta ancor di più dalla dolce atmosfera della campagna inglese degli scritti di Beatrix Potter portando Peter in città, in un modo completamente diverso da quello che siamo abituati ad associare al piccolo coniglietto combina guai.
È interessante notare come il film ammetta spudoratamente ciò che sta facendo, ammiccando verso il pubblico e facendo dire a uno dei personaggi che l'amato coniglietto viene modernizzato e usato per scopi commerciali. Insomma la cara Beatrix Potter avrebbe molto da ridire... soprattutto su questo secondo capitolo, che stravolge completamente la sua opera.
Bea (Rose Byrne), Thomas ((Domhnall Gleeson) e i conigli sono ora una famiglia ma Peter, nonostante i suoi sforzi, non riesce a togliersi di dosso la sua reputazione di birbante. La vita fuori dal giardino lo aspetta e una fuga in città lo catapulterà in un mondo ricco di sorprese e avventure dove il suo carattere dispettoso verrà messo alla prova. Dovrà scegliere che tipo di coniglio vorrà diventare da grande.
Nel frattempo un nuovo editore, Nigel Basil Jones (David Oyelowo), corteggia gli sposini con promesse di ricchezza e l'input di "diversi tipi di marketing" sul secondo libro di Bea.
Peter viene etichettato come mela marcia, mentre è costretto a decidere se rigettare o abbracciare la sua cattiva reputazione,. Nel suo momento di ribellione in città il coniglietto si spinge lungo un percorso di scoperta di sé, alla ricerca di una figura paterna mancante.
Nella sua fuga si imbatte in un coniglio cattivo, il vecchio Barnabas, che sarà per lui una figura paterna surrogata. Peter diventa quindi un fuggiasco, perseguendo una vita criminale con Barnabas e la sua banda di farabutti.
In questo nuovo capitolo viene dato poco spazio alla figura di Bea che, messa alla prova dalle promesse di successo, si perde nella realizzazione di nuove improbabili illustrazioni e lascia il campo al marito Thomas che, sfortunatamente, per la maggior parte del film è interpretato in modo fragile e goffo. Piuttosto che essere un insicuro pasticcione con cui simpatizziamo, Thomas si presenta come un piagnucolone stridulo e geloso.
Nigel, che dovrebbe essere un affascinante cattivo tentatore dalla lingua argentea, non ha nessun mordente e si perde completamente con l'avanzare del racconto.
Le parti legate agli umani risultano quindi poco interessanti, il film quindi vive e muore grazie alla tenerezza dei suoi animali in computer grafica.
La CGI è notevole, le creature sono fotorealistiche e i realizzatori hanno fatto la scelta saggia di non antropomorfizzare troppo gli animali, ai musetti di coniglio, maiale e gatto sono state applicate solo sottili modifiche per aumentarne l'espressione.
Peter Rabbit 2: Un birbante in fuga si rivela una pellicola ricca di inseguimenti spericolati, scene slapstick e comicità elementare. La prima metà, seppur vivace, manca di spinta narrativa, con un calo di ritmo nella parte centrale, si riprende però nella parte finale, mentre trasporta i nostri eroi in un'avventura mozzafiato con al centro un progetto di grande rapina e a seguire una serie di salvataggi incredibili.
Il film presenta meno british humour rispetto al capitolo precedente, regalando al suo giovane pubblico una fiaba animalista con il focus sul concetto di famiglia come nucleo protettivo.
I bambini saranno sicuramente intrattenuti da questa avventura piena di gag e acrobazie, ma questo franchise offrirà ben poco agli adulti che li accompagneranno.
I messaggi sono semplici e chiari, rivolti a un pubblico giovane, imparare dai propri errori è uno dei punti cruciali del film. Peter realizza che anche lui ha delle responsabilità e che in fondo c’è chi lo accetta e lo ama esattamente per come lui è. La famiglia è il cuore pulsante della storia, l'appartenenza a una specie piuttosto che a un’altra non condiziona l’affetto che lega Peter e gli altri animaletti ai loro esseri umani.
(Fonte foto: pagina ufficiale Facebook)