Passengers

Hollywood... la Maestra del rifrullaggio, del reincarto, del revamping o di comediavolopreferitechiamarlo... ovvero prendo un'idea vincente e te la ripropongo sotto un'altra luce, un po' come i rigatoni del giorno prima che diventano timballo. A volte basta semplicemente cambiare il nome all'oggetto, altre volte ambientazione... intendiamoci il timballo comunque può essere ottimo, ma non raccontate che l'avete fatto ex novo.

Detto questo ripensiamo ad un classico della narrativa come Robinson Crusoe, sfruttatissimo da film, rivisitazioni e serie televisive, a un certo punto qualcuno ha pensato bene di farne una versione moderna sostituendo Venerdì con un pallone da pallavolo, Wilson, ed ecco Castaway. Bello, intenso, ma Robinson.
Visto che ha funzionato così bene perché non rifarlo? Spostiamoci nello spazio, la nuova frontiera dell'ignoto e, al posto di Wilson, triste pallone, mettiamoci una fata come Jennifer Lawrence e a questo punto via l'emaciato Tom Hanks (bei tempi) e dentro il super fisicato bisteccone Chris Pratt. Fatto? Aspetta in effetti l'idea dell'oggetto inanimato a cui affezzionarsi, il "Wilson", non era male, come mantenerla?... un androide! Geniale, un androide, Arthur il barman robot supersaggio.

Quindi: una nave colonizzatrice lanciata in un viaggio secolare verso un nuovo mondo. 5.000 tizi ibernati (più equipaggio), uno sfigato che si sveglia dopo 30 anni ma a 90 dal bersaglio finale e non può riaddormentarsi,un androide pieno di "frasi confortanti" e una donna/fata che si potrebbe svegliare per avere compagnia...
Ecco la reinvenzione di un classico. Ovviamente una nave spaziale carica di qualsiasi cosa dà molti più spunti di una semplice isola e il dilemma se passare l'eternità da soli o in compagnia è una spinta molto forte a cui si aggiunge la certezza che nessuno ti potrà mai recuperare trovandoti nello spazio profondo.

Il film di Morten Tyldum, quindi ha dei presupposti per essere qualcosa di più e ci riesce a suo modo anche se non riesce a non scontare delle facilonerie, dei passaggi troppo telefonati e la necessità, molto "USA friendly", di essere stucchevole.
Il protagonista, Jim Preston, è un meccanico e viste le sue doti avrebbe potuto fare McGyver di cognome, Aurora, invece, è una giornalista, l'ideale per lasciare un diario. Che poi la Lawrence sia un'attrice due spanne sopra a Pratt poco conta, lo è anche Michael Sheen che qui è solo un androide.

Un piacevole modo per passare le feste natalizie senza gli stucchevoli cinepanettoni.
Ah, giusto per dire... la protagonista si chiama Aurora come la Bella Addormentata nel Bosco.