Ovunque tu sarai

Insieme al debuttante dietro la macchina da presa Roberto Capucci, a firmare la sceneggiatura di Ovunque tu sarai è lo stesso Francesco Apolloni che, affiancato da Ricky Memphis, Francesco Montanari e Primo Reggiani, ne è protagonista in un viaggio da Roma verso Madrid per festeggiare l’addio al celibato dell’ultimo citato, ma anche e soprattutto per andare a vedere la propria squadra del cuore in trasferta in Champions League.

Viaggio durante cui incrociano una splendida cantante spagnola con le fattezze della modella e showgirl Ariadna Romero, destinata a portare scompiglio all’interno di un gruppo volto a lasciar intuire il forte senso di amicizia virile in fotogrammi, rendendo giustizia alle parole del regista: “Quello che volevamo era raccontare innanzitutto quattro personaggi che avessero una tridimensionalità, che avessero dei segreti, dei conflitti interni e che questi potessero emergere attraverso il confronto con gli altri. Volevamo raccontare un momento emblematico... che potesse essere significativo per tutti, la ‘linea d’ombra’ di quattro amici e il momento in cui la vita ti mette davanti alla possibilità di attraversarla. Volevamo che quella trasferta diventasse ‘quel famoso viaggio’ che avrebbe in qualche modo cambiato le loro vite per sempre. Dentro a questo ‘pentolone’ abbiamo poi messo anche le nostre esperienze e quelle di altri, le ispirazioni, le passioni, le citazioni e i riferimenti più o meno nascosti a quel cinema, e non solo, che amiamo e che fa parte della nostra vita”.

Un cinema comprendente, di sicuro, il Pulp fiction di cui viene omaggiata la figura keiteliana di Mr Wolf e Il medico della mutua chiaramente citato attraverso un passaggio della colonna sonora; sebbene la dichiarata ispirazione per mettere in piedi la quasi ora e mezza di visione provenga da Febbre a 90° di David Evans. Tutti modelli appartenenti al passato, come pure la vicenda in questione (si svolge nel 2008), e che, in un certo senso, contribuiscono all’emersione di un evidente fattore nostalgico accentuato, tra l’altro, da un dialogo attorno al fuoco riguardante i vecchi calciatori romanisti e dalla Comprami di Viola Valentino tirata più volte in ballo.

Senza contare una breve apparizione per l’ex attaccante della Lazio Bruno Giordano; man mano che, tra un Apolloni perennemente in cerca di donne, un Montanari pieno di insicurezze, un Reggiani in crisi pre-matrimoniale ed un Ricky Memphis dipendente dal gioco che si ritrova anche a consumare una partita a poker con un molto poco raccomandabile individuo incarnato dal Fabrizio Sabatucci de Il punto rossoTutti al servizio di una commedia on the road che, vantante anche la partecipazione dei veterani Pino Insegno e Daniela Poggi, sembra suggerire un retrogusto proto-Vanzina nei momenti leggeri ed una più o meno vaga influenza dai lavori di Gabriele Muccino in quelli decisamente più seriosi.

Due anime che, in mezzo a paracadute usato in strana circostanza e dramma dietro l’angolo, non sempre, però, appaiono amalgamate a dovere dallo script volto, tra l’altro, a ribadire che bisogna vivere ogni giorno come fosse l’ultimo. Tanto che il rischio di cadere più volte nella discontinuità narrativa durante lo svolgimento della parte centrale penalizza il percorso di un’operazione che, capace anche di strappare qualche risata, finisce per toccare a fatica una sufficienza striminzita.

Quindi, si può vedere, ma con più di una riserva in merito.