Open Arms – La legge del mare: l'importanza di preservare uno spirito di umanità

Presentato alla 16esima Festa del Cinema di Roma, nella Selezione Ufficiale, Open Arms – La legge del mare sarà distribuito in sala da Adler Entertainment. La pellicola, diretta da Marcel Barrena, racconta la storia di due bagnini spagnoli, Oscar (Eduard Fernandez) e Gerard (Dani Rovira), che decidono di recarsi a Lesbo per dare una mano ai migranti dispersi in mare. Durante la loro missione, recluteranno un piccolo gruppo di volontari, tra cui la figlia di Oscar, Esther (Anna Castillo), e una donna alla ricerca del figlio, Rasha (Melika Faroutan). Lottando contro la burocrazia, le forze dell'ordine e la potenza della natura, Oscar, Gerard e gli altri offriranno, per quanto è nelle loro possibilità, un'ancora di salvezza agli uomini, donne e bambini in fuga da situazioni conflittuali e terribili.

Tra le proposte più apprezzate e riuscite di questa kermesse capitolina, Open Arms esplora la nascita di un'organizzazione preziosissima e fondamentale (che dà appunto il titolo al film), impegnata a proteggere coloro che fuggono, via mare, verso l'Europa. Non è un caso che sia stato selezionato per essere uno dei candidati spagnoli agli Oscar per il Miglior Film straniero.

L'umanità, nelle sue svariate forme, è protagonista della pellicola: dai migranti ai loro salvatori, da chi semplicemente dà una mano offrendo un pasto caldo e una coperta, a chi ostacola il lavoro di salvataggio per regole che sfiorano la crudeltà. Con estrema purezza, senza intercedere per l'uno o per l'altro, ma lasciando che siano le immagini e le gesta a parlare, Open Arms permette allo spettatore non solo di avvicinarsi a una realtà di cui si sente tanto spesso parlare ai TG, ma anche di empatizzare con chi vi è coinvolto in prima persona.

Gli sguardi, la fatica, le speranze, la disperazione, di chi è costretto a sfidare la morte in mare aperto, talvolta condannando i propri stessi figli, non conoscendo la sorte che li attende, affollano lo schermo. E, di rimando, la mente. Impossibile rimanere impassibili. Al fianco di Oscar e Gerard si viene gettati tra i flutti, a bordo di gommoni che sembrano così fragili e impotenti, dinanzi all'infinità dell'acqua e al suo manifestarsi. 

È una lotta continua, a scapito della propria vita personale, dei propri affetti. Il sacrificio richiesto a questi volontari da tutto il mondo appare quasi sovrumano, eppure senza di loro la perdita di vite umane sarebbe ancora più ingente. Alla base c'è un'umanità esemplare, di un tipo forse utopistico ma assolutamente necessario. A tenere insieme simili gruppi sono la condivisione di idee, di un'urgenza che non può (e non deve) essere frenata, l'accettazione di un destino scelto, o forse assegnato da chissà chi. Si viene così a creare una famiglia, nel vero senso della parola, imprescindibile al fine di mantenere una sorta di sanità mentale. Essere ogni giorno testimone di centinaia, se non migliaia, di persone che abbandonano ogni cosa per una infinitesimale speranza di nuova vita, è qualcosa che spezza il cuore in modo definitivo.

Open Arms getta però una luce di speranza, grazie alla reale esistenza dell'organizzazione omonima. Di opere (e operazioni) di tale genere ne servirebbero sempre di più. Per il bene di tutti noi.

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