New York Academy

A metà dell’Ottocento lo scrittore statunitense Horatio Alger Jr. gettò le basi che diedero vita a quegli ideali sociali e culturali che negli Usa vengono racchiusi in due sole parole: sogno americano. Alger narrava infatti di come fosse possibile raggiungere il successo e la ricchezza grazie al duro lavoro, al sacrificio e ad una buona dose di coraggio. Michael Damian, celebrando l’ottimismo, la speranza, e l’energia della gioventù, con New York Academy porta alla ribalta il sempre verde american dream: il miraggio che diventa realtà.

In una New York brulicante di vita si incrociano i destini di Ruby, ballerina con borsa di studio all’Academy di Manhattan, e Johnnie, giovane violinista inglese che si esibisce nei sottopassi della metropolitana…

Nonostante la sceneggiatura non brilli per originalità, New York Academy risulta fresco, leggero, estivo, e soprattutto senza grandi pretese. Certo, è anche vero che il target a cui è destinata l’opera di Damian è circoscritto agli amanti del genere dance-movie che non abbiano superato i vent’anni di età, non per nulla il film è stato presentato al Giffoni Film Festival (kermesse cinematografica dedicata ai ragazzi) davanti a una platea di spettatori già pronti a diventare fan della coppia Keenan Kampa-Nicholas Galitzine, alias Ruby e Johnnie. In effetti non vi è dubbio che la bionda danzatrice (nella realtà ballerina del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo) e il bel musicista squattrinato possano trasformarsi a breve in idoli dei teenagers, al giovane pubblico in cerca di sogni e sentimentalismo infatti poco importa che l’utilizzo dei numerosi primi piani metta ancor più in evidenza i limiti recitativi dei due attori: i loro volti “angelici” basteranno a riempire qualsiasi vuoto artistico!   

Il regista statunitense - che per circa due decenni ha ricoperto il ruolo di Danny Romalotti nella famosa soap Febbre d’Amore - a dispetto dei tanti stereotipi presenti nel suo lavoro riesce a coniugare romanticismo e rivalità, hip hop e musica classica, sacrificio e divertimento: una ventata di aria frizzantina da gustare mano nella mano con la propria dolce metà. Ma, se le interpretazioni dei protagonisti lasciano purtroppo molto a desiderare, lo stesso non si può dire delle coreografie, vero pregio del film. La bravura del corpo di ballo, supervisionato da quel Dave Scott di Step Up, regala bei momenti di vitalità che, grazie anche a un montaggio snello e ben fatto, rendono il lungometraggio di Damian un piacevole intervallo di mezz’estate.

New York Academy suggerisce che in America, a patto che si lavori rigorosamente, tutte le chimere sono possibili. Se poi alla tenacia si aggiunge anche la voglia di condivisione, il gioco è fatto. Al cinema, d’altronde, i buoni sentimenti vincono sempre… non siamo mica nella vita reale!