Nelle tue mani: un percorso di crescita e rinascita che passa attraverso la musica
Presentato nella sezione Alice nella città, alla 13esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Nelle tue mani racconta la storia di Mathieu (Jules Benchetrit), della sua passione per la musica e di come questa gli permetterà di trovare la sua strada e di avere un futuro diverso da quello prospettato, grazie all'incontro con il direttore del Conservatorio di Parigi, Pierre Geithner (Lambert Wilson).
La pellicola diretta da Ludovic Bernard, assistente alla regia di cineasti del calibro di Luc Besson e Guillaume Canet, si inserisce perfettamente nella sezione dedicata ai ragazzi della kermesse capitolina e, pur restando nella media del genere, si rivela tra le proposte più mirate. Vuoi per la musica che veicola le emozioni, vuoi per il messaggio positivo che ne viene fuori, Nelle tue mani esibisce tutta una serie di elementi potenzialmente validi, che gli permettono di intrattenere un pubblico variegato e senza grandi pretese.
La parabola di Mathieu, dalle banlieu e la microcriminalità al prestigioso conservatorio di Parigi con le sue lezioni e gli insegnamenti, si sviluppa in maniera semplice, tappa dopo tappa: il giovane diviene così portavoce e simbolo delle innumerevoli possibilità che la vita può riservare, a patto di accogliere i cambiamenti, anche quelli che stravolgono ogni aspetto della propria esistenza, di impegnarsi nel ricominciare da zero e di investire tutto sulle proprie forze. Da questo punto di vista, il titolo è perfetto, racchiudendo in una semplice espressione tutto il significato della storia.
L'incontro tra Mathieu e Pierre è il fulcro della pellicola, ed è attraverso il loro rapporto che si compie non solo l'intero percorso di formazione del ragazzo, che matura e prende coscienza di se e delle sue potenzialità, ma anche quello di rinascita dell'uomo, all'interno di un mondo che lui stesso ha contribuito a creare e a rendere grande.
In tale contesto si inseriscono altre linee narrative che portano il protagonista a relazionarsi con altre figure quali il fratello minore e l'insegnante di pianoforte (una bravissima Kristin Scott Thomas), che permettono di conoscere altri lati della sua personalità, di dargli una concretezza ed un realismo maggiori, per quanto si cada spesso nello stereotipo e nella prevedibilità di alcune situazioni.
Splendida giustamente la colonna sonora dell'esordiente Harry Allouche, alle cui note vengono affidate quelle parole non dette ma capaci di agire ad un livello più profondo e meno artificioso.