Mother’s Day

In Mother’s Day il cast è il padrone assoluto della pellicola. Attorniato da una schiera di illustri star superpagate di Hollywood, Garry Marshall ripercorre lo schema che già aveva adottato nei precedenti blockbuster Appuntamento con l’amore e Capodanno a New York, sebbene con risultati leggermente migliori. 

I divi chiamati a raccolta stavolta sono Kate Hudson, Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Timothy Olyphant e l’emergente Britt Robertson, che molti ricorderanno al fianco di George Clooney in Tomorrowland - Il mondo di domani. Tra tutte le stelle del cinema presenti in Mother’s Day senza ombra di dubbio la più lucente è la statuaria Julia Roberts, che proprio a Pretty Woman diretto dallo stesso Marshall nel 1990 deve la svolta decisiva della sua carriera. Immancabile poi l’apparizione di Hector Elizondo, da sempre attore feticcio del regista che continua a riproporlo come monumento alla sua arte.

Come volevasi dimostrare Mother’s Day ha il potere di sommergere in un mare di melassa lo spettatore, frullando tra loro buoni sentimenti che sollecitino subdolamente l’insorgere delle lacrime. Le storielle che hanno per protagoniste tre mamme (più un moderno mammo) seguono mete prevedibili dall’inizio fino alla fine: non si tratta di semplici episodi, ma di vicende che si intrecciano di continuo tra loro. Le scene “madri” - ad esempio l’incontro tra la figlia data in adozione e la genitrice pentita - sono tutte telefonate con almeno un’ora di anticipo, seducendo un pubblico di genere che ama l’utilizzo stereotipato e cumulativo di determinate situazioni narrative. D’altronde, c’è chi potrebbe trarre un notevole piacere anche nel vedere la Aniston, la Hudson e la Roberts riconfermare sul grande schermo i loro atteggiamenti inconfondibili, evocando al contempo una data atmosfera.

Il film si rivolge prevalentemente a un maturo mercato femminile, quantunque l’intervento di giovani interpreti come Shay Mitchell e Jack Whitehall operi con il fine dichiarato di richiamare in sala due diversi tipi di generazioni. L’autore giunto alla veneranda età di ottantuno anni cerca però di arabescarsi alla bene e meglio con la realtà attuale, bisogna rendergliene atto. Ecco allora trattare tematiche quali la presenza di figli all’interno di un matrimonio omosessuale. In fondo, in Mother’s Day c’è molta furbizia mitigata da una certa conoscenza della tecnica per cui la pellicola risulta un discreto prodotto di intrattenimento di livello dignitoso da consumare e poi dimenticare in fretta. 

Ingiustificata la data di uscita italiana del film, con circa un mese di ritardo rispetto al giorno della festa della mamma. Fuori tempo massimo.