Morto Stalin se ne fa un altro: La tragica farsa di una dittatura
È sempre difficile portare sullo schermo momenti tragici che hanno cambiato la Storia. Si rischia di allontanarsi dalla realtà offendendo chi di quella storia, volente o nolente, ne ha fatto parte. Armando Iannucci, regista e comico scozzese alla sua seconda prova sul grande schermo (ha fatto tantissimo teatro, televisione e radio) evita il rischio, rileggendo il tutto in maniera alquanto grottesca. E, se all'inizio si ride anche perché il film sembra un fumettone ben congegnato (tra l'altro è ispirato ad una graphic novel), pian piano che si va avanti il sorriso diventa una smorfia dolorosa. Anche perché ci si rende conto che nonostante la realtà e la finzione seguano binari paralleli, alla fine, per grandi linee, è tutto tragicamente accaduto.
Il film funziona, ovviamente, anche per il cast stellare che opera un'ottima mescolanza tra l'humour nero d'impronta inglese (c'è Michael Palin dei Monty Python) e quello demenziale dell'ultima onda americana. Ma Iannucci è bravissimo nel tenere in equilibrio continuo quei personaggi che stanno sempre a metà tra la macchietta e la mostruosità delle loro vite vere. Tra l'entrata in scena sottolineata da fermo immagine con tanto di didascalia, fino ad arrivare alla rivelazione di un'esistenza meschina che vorrebbe essere leggenda ed è, invece, poca cosa, tutte le figur(in)e di questi eventi che hanno cambiato il mondo si parlano addosso rendendo il tutto molto teatrale e nella messa in scena di un potere che sembra ridicolmente uguale in tutti i luoghi e tutti i tempi del mondo (i telegiornali di oggi sono pieni di pupazzetti che marciano e statue che indicano la strada) si svela anche un'umanità inconsapevole che pur di partecipare ad un funerale rischia di lasciarci la vita.
Ed è bravo Iannucci anche a rappresentare questo Popolo che, ad un certo punto esce fuori in tutta la sua forza e diventa il vero interprete del film e della storia. Peccato che, nonostante gli sforzi del racconto, probabilmente, tutto si ripeterà all'infinito come se non si imparasse niente dal passato. Ciò non toglie che in un mondo ideale il Cinema non debba proporsi di cambiare le cose. Tra comicità, politica e brutte vite, bravi tutti.