Monos – Un gioco da ragazzi: un'opera cruda che vuole essere metafora della Colombia

Ambientato in un luogo al di fuori della più comune civiltà, in un tempo non ben specificato ma comunque vicino a quello attuale, Monos – Un gioco da ragazzi (sottotitolo quanto mai riduttivo) narra le vicende di un gruppo di giovani, apparentemente impegnati in un campo di addestramento, ma in realtà carcerieri di una dottoressa statunitense (Julianne Nicholson).

La pellicola, scritta e diretta da Alejandro Landes, è un'opera cruda, violenta, diretta, sia per quanto riguarda la storia che per lo stile registico che la supporta e caratterizza. Vagamente ispirato a Il signore delle mosche e Cuore di tenebra, Monos – un gioco da ragazzi vorrebbe essere una metafora della Colombia, stando a quanto riporta lo stesso regista: un paese giovane, ancora in cerca della propria identità, dove è ricorrente ma anche estremamente fragile il sogno della pace. Allo stesso modo troviamo un parterre di ragazzi, dagli 8 ai 16 anni massimo, che si muove in branco, alternando momenti di spensieratezza, in cui emerge tutto ciò che appartiene alla loro giovane età, e altri che invece rispondono ad un'età adulta fatta di responsabilità, di scelte gravose e irreparabili.

Sin dalle primissime inquadrature appare chiaro il mood dell'opera, in qualche modo volutamente destabilizzante, avvolgente, con venature horror e scene di una violenza inaudita, per lo più psicologica.
Fango e sangue sono due elementi ricorrenti all'interno della narrazione, quasi a simboleggiare un particolare legame con la terra, con la parte più ancestrale dell'essere umano, quella fatta di istinto, alla sopravvivenza ma anche alla sopraffazione, di crudeltà, di un bisogno spasmodico di contatto. Un piccolo microcosmo, con tanto di leader e di una qualche strana forma di democrazia, è ciò che permette ai protagonisti di vivere insieme come in una vera e propria società. Uniti eppure spesso in lotta l'uno con l'altro, i protagonisti si muovono e agiscono all'unisono,  almeno sino a quando gli eventi precipiteranno, spezzando l'equilibrio e portando a galla la personalità di ciascuno.

Rambo, Puffo, Lupo, Lady, Cane. Così vengono identificati i ragazzi che non hanno storia: da dove vengono? Quale è il loro passato? Come sono stati scelti? Domande a cui lo spettatore non avrà risposta, continuando a muoversi in una matassa di mistero, allucinazioni, devianze.
Ed è proprio in questa sensazione tanto potente quanto disturbante che Monos – Un gioco da ragazzi trova il suo punto di forza, spingendoci a scoprire fino a che punto si può arrivare in un contesto dove non vigono leggi comuni e dove l'infanzia perde il suo valore più intrinseco.

Il film ha partecipato a numerosi festival, ricevendo ovunque riconoscimenti e ovazioni – tra tutti, ricordiamo il Sundance Film Festival e il London Film Festival, nel quale è stato premiato come Miglior Film.