Mio fratello rincorre i dinosauri - Una favola, un'opera semplice e ironica seppur piena di riflessioni

Presentato come evento speciale alle Giornate degli Autori della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia2019, basato sull'omonimo romanzo autobiografico di Giacomo Mazzariol, Mio fratello rincorre i dinosauri è la storia di una famiglia tanto numerosa quanto eccentrica, composta da papà Davide (Alessandro Gassman), mamma Katia (Isabella Ragonese), due figlie femmine ed un maschio, a cui sta per aggiungersene un secondo. Se non che il piccolo Giovanni, detto Giò (il bravissimo Lorenzo Sisto), soffre della sindrome di Down, scatenando nel fratello Jack (Francesco Gheghi) delle reazioni che lo porteranno a compiere un gesto estremo e deprecabile.

Debutto nel lungometraggio per il bresciano Stefano Cipani, il film è una sorta di favola, oltre che racconto di formazione, che vede il suo fulcro nel rapporto tra i due fratelli, nella capacità dell'uno più che dell'altro di comprendere la realtà e modellarla a suo piacimento, anche a costo di ferire chi si ama. Jack è alla soglia di un cambiamento importante come quello che rappresenta l'inizio del liceo, e l'incontro con la determinata Arianna (Arianna Becheroni) non farà altro che confonderlo ancora di più, conducendolo inevitabilmente ed incoscientemente verso una serie di scelte che definire sbagliate sembra un eufemismo. Come è chiaro ci troviamo dinanzi ad un'opera semplice seppur piena di riflessioni complesse e fondamentali quali la malattia, l'accettazione, l'identità, l'amicizia, la famiglia.

Scritto a quattro mani dallo stesso autore del libro e da Fabio Bonifacci, Mio fratello rincorre i dinosauri esibisce parecchi elementi di interesse, a partire dalla costruzione dei personaggi, ognuno dotato di una sua particolare magia che riesce ad esprimere anche con pochi gesti e/o battute: ne è un esempio perfetto la scena di apertura, con la famiglia riunita in macchina nel parcheggio di un discount, nella quale si definiscono subito gli equilibri e le varie personalità in gioco, puntando sempre molto sullo "scontro" tra uomini e donne.

L'ironia che pervade la sceneggiatura è senza dubbio la marcia in più di una pellicola che altrimenti sarebbe una commedia agrodolce come tante, sebbene i temi trattati non siano così comuni nella nostrana cinematografia.

Forte di una coppia di attori del calibro di Gassman e della Ragonese, commoventi e straordinariamente  affiatati nei rispettivi ruoli, il film vuole raccontare una storia delicata e di grande importanza, che possa essere d'esempio e allo stesso tempo trasmettere un bel messaggio, un messaggio d'amore inteso nel senso più vero e profondo del termine, quell'amore che lega una famiglia e soprattutto due fratelli, oltre ogni tipo di differenza.

Per arrivare a ciò, spesso si deve però compiere un pecorso che implica cadute e sofferenze inimmaginabili, con la speranza di imparare qualcosa dai propri errori e di trovare infine la propria strada, oltre che la riconciliazione con coloro che si sono feriti via via.

Splendido il lavoro fatto sulla colonna sonora - si veda la scena con La cura di Franco Battiato a fare da protagonista - grazie alla quale arrivano emozioni e sensazioni di grande impatto, così come svolge un ruolo di primo piano l'ambientazione tra Cento e Bologna, mettendo in scena anche un confronto tra la realtà del paese e quella della città.

Unica piccola pecca del progetto sta forse nella recitazione un po' acerba e a tratti impostata di Gheghi e della Becheroni.