Miami beach
Una volta superati i titoli di testa animati, il primo che vediamo in scena è Ricky Memphis , il quale, in procinto di partire per le vacanze insieme alla figlia diciassettenne Neva Leoni, viene abbandonato in aeroporto dalla stessa che, affiancata da due coetanee, fugge a Miami per assistere al famoso concerto dei deejay più importanti del mondo. Poi, è il turno dello scarpaio romano Max Tortora e di una milanese e perfettina Paola Minaccioni che, in viaggio per accompagnare nell’università della rinomata località statunitense i rispettivi figli Filippo Laganà e Camilla Tedeschi, non possono fare a meno di diventare acerrimi nemici fin dal loro primo incontro.
Del resto, ricordando in maniera neppure troppo velata coppie mitiche della grande Commedia all’italiana come quella formata dagli indimenticabili Alberto Sordi e Franca Valeri, i due testimoniano evidentemente l’incontro-scontro sociale tipico della cinematografia del Carlo Vanzina che si trova dietro la macchina da presa dei circa ottantotto minuti di visione.
Il Carlo Vanzina che, come di consueto, co-sceneggia insieme al fratello Enrico il suo ritorno al leggero spettacolo vacanziero da grande schermo estivo in salsa balneare che, escludendo il nostalgico Sapore di te (2014), distribuito nella stagione invernale, non cavalcava dai tempi del non disprezzabile Un’estate ai Caraibi (2009).
Leggero spettacolo estivo destinato a tirare in ballo anche un Emanuele Propizio studente fuoricorso e perdigiorno impegnato ad aiutare Memphis a ritrovare la Leoni, a sua volta spacciatasi per maggiorenne con un Giampaolo Morelli immobiliarista e sciupafemmine più grande di lei.
Senza contare l’Alessio Del Mastro universitario che abborda le brutte per andare sul sicuro in fatto di rimorchio di fauna femminile, ma che, purtroppo, viene sfruttato poco e niente, sebbene in possesso di questa personale caratteristica che avrebbe fatto la gioia dei fratelli Bobby e Peter Farrelly di Amore a prima svista (2001). Rappresentando l’unica piccola (e sorvolabile) pecca di un’operazione tutto sommato gradevole e dispensatrice di abbondantemente sufficienti dosi di divertimento nell’intrecciare occasioni per ridere ed intrecci amorosi, ma concedendo al contempo non poca importanza alla tematica del rapporto tra genitori e figli... fino alle ultimissime sequenze poste durante i titoli di coda.