Mia madre fa l'attrice

Sarà vero che gli uomini che non si sposano sono innamorati della madre?
Nel caso del documentarista Mario Balsamo, autore di Un altro mondo è possibile (2001) e di Noi non siamo come James Bond (2012), probabilmente sì, altrimenti non avrebbe incentrato la quasi ora e venti in questione sulla genitrice, a proposito della quale dichiara: “Mia madre fu attrice fino a venticinque anni. Poche parti e di poco rilievo, tranne l'ultima in La barriera della legge, con Rossano Brazzi, dove originariamente aveva quattro scene. Quel film si rifiutò di vederlo. La sua spiegazione: uno dei produttori, da lei respinto, per vendicarsi ne fece togliere una parte dal montaggio e così lei sbatté la porta prima della stampa della pellicola, senza vedere il risultato finale. E non l’aveva mai visto! Finora”.

Infatti, interpretato a poco più di vent’anni, è proprio questo raro dramma a sfondo criminale diretto nel 1954 da Piero Costa – tenuto soltanto pochi giorni in programmazione al cinema Fiamma di Roma – a trasformarsi nell’oggetto della meticolosa ricerca che la simpatica ottantacinquenne Silvana Stefanini intraprende affiancata dal citato figlio regista, entrambi vittime di un rapporto irrisolto e conflittuale, ma con in comune la passione nei confronti della Settima arte.

Simpatica ottantacinquenne che non avrebbe affatto sfigurato al fianco delle anziane protagoniste di Pranzo di Ferragosto (2008) di Gianni Di Gregorio e che, dopo un’intervista risalente al 1996, seguiamo tra sguardi alla sua filmografia su internet, momenti a tavola, un’escursione a Firenze e, addirittura, una capatina al casinò. Man mano che apprendiamo che non le piacciono né i copioni, né i baci con la lingua, in quanto definisce d’amore quelli casti, e che spostamenti in automobile quasi da cartoon accompagnano l’evoluzione di un elaborato da schermo al cui interno realtà e finzione vengono continuamente mescolati.

Un elaborato che non dimentica neppure una spruzzata di surrealismo e l’indispensabile ironia, tirando perfino in ballo una divertente conversazione nella sala di attesa di un provino per un film di Carlo Verdone.

Rischiando di apparire sì, a tratti, in qualità di filmino casalingo che spingerebbe a pensare possa interessare esclusivamente ai diretti coinvolti e alla loro parentela, ma che, pur senza spingere a gridare al capolavoro, individua proprio nella tanto esilarante quanto tenera relazione tra la ex bella attrice ed il rampollo cineasta il motivo per il quale vale la pena concedergli una visione.