Men in Black: International. Scusate… c’è Will?

20 anni fa se volevi il “più figo del bigonzo”, magari nero, la scelta obbligatoria era Will Smith, appena reduce da Independence Day. E per fare il “poliziotto cattivo” chi meglio di Tommy Lee Jones, anche lui lanciatissimo sin da Il Fuggitivo.
Insomma la miglior coppia su piazza al momento e il miglior cocktail, a cui poi si può aggiungere una ciliegina.
Detto questo una bella trama fantascientifica, effetti per l’epoca belli da vedere ed eccoti assicurato un sequel, un pubblico e anche un film anni dopo.

SI può ancora sfruttare il tutto? Si può fare un reboot a una saga che non era poi male. Ma certo! Ed ecco così che Sony tira fuori da cappello una versione internazionale del fumetto che tanti soldi portò nelle casse.
Resta da trovare i due agenti ideali, la miscela pazzesca che furono K e J… e qui casca l’asino.
Chris Hemsworth è il cazzutissimo Thor, quindi chi meglio di lui? Tra l’altro sfruttando il suo “martello” è approdato a film di ben altro spessore… il nuovo Will Smith insomma.
E per l’agente tutto d’un pezzo?
No, non funziona più quello stereotipo, ci serve tanto girlpower, ribaltiamo tutto e prendiamo una nera (perché la quota Black and White va mantenuta): Tessa Thompson.
Dai è Valchiria, sta anche lei nell’MCU, ha fatto Creed.. la saga di Rocky, è forte… come un mal di testa.

La storia è sempre quella: alieni ultrapotenti vogliono annichilire la Terra, mentre molti altri già sono qui a fare i loro traffici. Siamo più dalle parti di Guida Galattica per Autostoppisti che dal primo MIB (dove erano contenuti a Manhattan).
Per fermare cotanti avversari ci vuole il meglio del meglio dei MIB: l’agente H e magari un outsider, l’agente M.
Il resto sono mezzi fighi, armi esagerate, ironia facile, location bondiane e tanta tanta fuffa.

Sulla coppia d’oro caliamo un velo, non J e K, nemmeno j e k e ci auguriamo che nel caso di un sequel ci sia un sano reimpasto, meglio l’agente C.

Andare? Non andare? Il giocattolo funziona, soprattutto con i più piccoli, quindi perché negarselo, soprattutto al cinema con la sua grandeur. Non aspettatevi l’inaspettato, tutto qui.