Mary Poppins è tornata ed è in grandissima forma
Non dimostra affatto i suoi 54 anni, Mary Poppins: non li dimostra il sequel di Rob Marshall e non li dimostra certo – anche perché ne ha 35 - la bravissima Emily Blunt, che ha avuto l'onore di dare nuovamente il volto alla tata più amata di sempre, creata da Pamela L. Travers nella prima metà del secolo scorso, e che incarna alla perfezione la nanny senza tempo né rughe.
Progetto davvero ardito quello di riportare sulle scene Mary Poppins ma il regista è riuscito a ricreare la magia di tanti anni or sono e, pur sfruttando al meglio i prodigi del digitale, ha mantenuto il sapore nostalgico del vecchio film, ambientando la vicenda durante la Grande Depressione che, alla fine degli anni '20, colpì anche la Gran Bretagna.
Jane e Michael sono infatti cresciuti: lei ha seguito le orme della madre – indimenticabile il ballo casalingo a tema suffragette – ed è una sindacalista, ancora single, che gestisce anche la mensa per i poveri.
Lui invece ha tre bellissimi bambini ma ha perso la moglie da poco e le difficoltà economiche che incombono, minacciano anche la sua stessa casa, quella di Viale dei Ciliegi 17, che rischia di essere fagocitata dalla banca. La stessa banca in cui lavorava il padre George e di cui possedeva delle azioni che potrebbero salvare l'edificio. Peccato solo che il certificato che documenta appunto il possesso di tali azioni, sia scomparso nel nulla.
Parte da qui il racconto di Rob Marshall, sceneggiato da David Magee, che racconta un altro aspetto della vita familiare dei Banks. Se nel primo film era stato esplorato il rapporto dei figli con il padre, nel seguito si affronta invece la tematica della perdita.
Il giovane Michael, un bravissimo Ben Winshaw, decisamente diverso dal piccolo protagonista del primo film che aveva i capelli lisci e biondi ma comunque adeguato, è alle prese con il dolore per la perdita dell'amata moglie e i suoi tre bambini, senza più la guida che dava loro amore e regole, e soprattutto con le difficoltà economiche a farla da padrone, sono costretti a crescere in fretta, assumendosi responsabilità da adulti come andare a fare la spesa, ben consci che la possibilità di perdere la loro amata casa è dietro l'angolo.
Fortunatamente un bel giorno si alza il vento e il vecchio aquilone rattoppato, che tanta importanza aveva avuto nel film del 1964, scappa di mano al piccolo di Georgie per essere recuperato da lei, Mary Poppins in persona, venuta, ancora una volta, ad aiutare i componenti della famiglia Banks.
E qui, signore e signori, preparate i fazzoletti, perché vederla scendere nuovamente dalle nuvole come tanti anni fa - 54 per i più grandi, una trentina per chi aveva visto e amato il film di Stevenson negli anni '80 – provoca un vero tuffo al cuore.
Costato la bellezza di 130 milioni di dollari, il film vanta un cast eccezionale che comprende in primis la strepitosa Emily Blunt, accanto alla quale spiccano Ben Winshaw, Emily Mortimer – perfetta nel ruolo di Jane perché la ricorda fisicamente e perché ne incarna alla perfezione la tenacia e la parlantina di un tempo -, Lin-Manuel Miranda, Colin Firth, Meryl Streep, Julie Walters, Dyck Van Dike e Angela Lansbury.
Già solo questa pletora di grandi star, vi farà capire che le sorprese sono tante e davvero emozionanti. E a suggellare il ritorno della tata che fa ormai parte del nostro immaginario collettivo, la sentita approvazione di Julie Andrews nei confronti di Emily Blunt che, al plauso della illustre collega, ha reagito con lacrime di gioia. Del resto, la stessa Andrews era in odore di cammeo ma ha specificato che questo era il film di Emily e che un ruolo come signora dei palloncini, avrebbe distratto dalla vera protagonista. Le due, inoltre, al di là della somiglianza fisica, vantano un tratto comune degno di nota: come infatti nel 1964 la Andrews era incinta e Disney, volendola a tutti i costi, posticipò l'inizio delle riprese, così la Blunt, desideratissima, ha portato Marshall a rivedere i programmi poiché anche lei era in dolce attesa.
Che sia il segno di un altro successo? Di sicuro il regista, il cast ed il compositore Marc Shiman – svariate nomination agli Oscar all'attivo – hanno realizzato un film non solo stupefacente dal punto di vista visivo ma anche molto emozionante poiché affronta tematiche universali come la perdita e l'accettazione, pone in primo piano, ancora una volta, i valori della famiglia e, oggi come 54 anni fa, regala momenti di musica e ballo davvero sorprendenti.
Rob Marshall infatti, già regista dello spettacolare Chicago, nel quale la coreografia l'aveva fatta da padrone, regalando splendide performance di gruppo, qui sfrutta al meglio la scenografia e le musiche di Shiman per un nuovo musical per famiglie che si ispira al suo intramontabile predecessore, pur senza risultarne una mera copia “aggiornata”.
Gli stessi costumi della pluripremiata Sandy Powell assicurano un altro punto di forza al prodotto finito – davvero incredibili gli abiti dipinti a mano che i protagonisti indossano durante la sequenza mista all'animazione - mentre le continue apparizioni di questo o quell'altro attore di grosso calibro, non fanno che stupire lo spettatore, incantato dalla girandola di colori, dai personaggi simpatici e bizzarri – menzione speciale merita Meryl Streep nel ruolo della cugina di Mary Poppins, Topsy, stravagante e semplicemente adorabile - e dalle musiche allegre o melanconiche, a seconda della sequenza cui danno voce.
Torna Viale dei Ciliegi, con i suoi alberi carichi di fiori, tornano Londra e il suo inimitabile Big Ben; torna il parco con aquiloni e palloncini, tornano la scalinata di St. Paul Cathedral e gli austeri interni della grande banca. Tornano le avventure magiche e colorate in cui vengono trascinati i bambini, torna il buffo vicino di casa, l'ammiraglio Bloom, e tornano i disegni animati a mano, fortemente voluti da Rob Marshall che vedeva in essi, al contrario di quelli digitali, un omaggio al vecchio film di Stevenson.
Il nuovo Mary Poppins è un tripudio di suoni e colori che rallegra l'anima e riporta in auge la magia Disney dei grandi classici. I colpi di scena sono piazzati ad hoc e i brani musicali sono inebrianti e coinvolgenti; su tutto, una travolgente corsa contro tempo e il sapore di una nuova avventura tutta da scoprire. Dopo Supercalifragilistichespiralidoso, è il turno della “stupendosa idea” che viene in mente alla tata dalle mille risorse.
Per tutti noi, invece, è il momento di rituffarsi nel magico mondo di Mary Poppins, colei che sa riportare la serenità nelle famiglie, che sa come rendere felici i bambini e gli adulti, che riesce a trascinare la folla con il suo canto (affidato nella versione italiana all'attrice e doppiatrice Serena Rossi).
Era una bella sfida ma Rob Marshall, gli sceneggiatori, il direttore della fotografia, il coreografo, la costumista, i disegnatori e naturalmente il cast, ce l'hanno fatta. Hanno restituito al pubblico l'atmosfera e i personaggi di un tempo, realizzando un film “praticamente perfetto sotto ogni aspetto”, proprio come Mary Poppins.