Maleficent 2, ovvero "Quel mostro di suocera" in chiave fiabesca
Non fatevi fuorviare dal titolo, non è affatto una dichiarazione di mala riuscita del film ma solo una battuta. Maleficent – Signora del male è bellissimo, cominciamo con il dire questo.
E perché lo è? Perché oltre a riportare sul grande schermo i personaggi di una delle fiabe più amate di sempre, amplia la prospettiva e mette a confronto due tipologie di madre. Quella adottiva, chiamiamola così, ovvero Malefica, che ha cresciuto Aurora come fosse una figlia, e quella che gli inglesi chiamano mother in law (che suona davvero male, diciamocelo), ovvero la futura suocera di Aurora, interpretata dalla splendida Michelle Pfiffer – 61 anni portati divinamente.
Se avete visto il trailer del film, saprete già che, come Jane Fonda aveva fatto vedere i sorci verdi a Jennifer Lopez, anche Michelle, alias Ingrid, regina dell'Ulstead, non scherza e anzi, ci va giù pesante, scomodando un intero esercito.
Maleficent – Signora del male è bellissimo anche per l'impianto scenografico: un vero e proprio tripudio di colori e creature fatate abitano il regno della brughiera, con la sua natura rigogliosa di cui sembra quasi di sentire il profumo, mentre il castello incredibilmente alto e imponente, con un intrico di corridoi ed un meraviglioso giardino all'italiana, domina il regno dell'Ulstead e in un mondo lontano, in una grotta fatta di cunicoli che ricordano la tana di un ragno, scopriamo che Malefica non è sola: anche lei ha un passato tutto da scoprire, tra le novità più interessanti e coinvolgenti di questo riuscitissimo sequel.
Ed è bellissimo per i suoi strabilianti effetti speciali: voliamo in picchiata con Malefica, ci scostiamo sotto i colpi che imperversano durante la battaglia, osserviamo il folto groviglio di rami che spunta dall'erba, consentendo ad Aurora e Malefica di attraversare il fiume che divide i due regni, ammiriamo le creature che sovrastano le nuvole sbattendo le loro possenti ali.
Ma non solo: il film del regista norvegese è bellissimo anche per i costumi ed il merito va tutto a Ellen Mirojnick, che aveva lavorato per The Greatest Showman e Dietro i candelabri con ottimi risultati: osservate bene, quando sarete immersi nel buio della sala, gli abiti “petalosi” di Elle Fanning, così bucolici e romantici, dai tenui colori pastello, quelli sinuosi e seducenti di Malefica – il modello con i dettagli in pizzo e l'ultimo, che dal nero sfuma verso il bianco, sono davvero stupendi – ed infine quelli riccamente ricamati e pomposi di Michelle Pfiffer che ricordano da vicino gli scomodi vestiti di epoca elisabettiana.
Nulla è lasciato al caso nel film che, a distanza di cinque anni dal primo capitolo, torna a raccontare della potente strega con le corna nere e del suo fidato Fosco, della giovane Aurora, diventata regina della Brughiera, del suo amato Filippo e dei genitori di quest'ultimo che cercano uno la pace tra il popolo umano dell'Ulstead e quello magico della Brughiera, l'altra la piena supremazia su entrambi.
Inutile dire che non mancheranno i combattimenti né, del resto, mancheranno lacrime di commozione e risate di gusto in più occasioni, prima tra tutte quella in cui Malefica, specchiandosi nell'acqua di un ruscello, prova le frasi con cui presentarsi a cena dai futuri consuoceri. Peccato che, tra denti aguzzi e grandi corna minacciose sulla testa, le sue espressioni risultino tutt'altro che amichevoli!
Maleficent – Signora del male parla di tre donne, ognuna con la sua differente carica di forza, come le stesse protagoniste hanno sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione del film, avvenuta a Roma e seguita da una affollatissima anteprima europea svoltasi all'Auditorium Conciliazione: se la forza di Aurora risiede nella sua dolcezza, quella di Malefica nel suo amore di madre e quella di Ingrid nel voler proteggere il suo regno, costi quel che costi, anche lo sterminio di un'intera comunità di fate, buffe creature grassocce e adorabili funghetti parlanti.
Ma il film di Joachim Rønning parla anche e soprattutto forse, di diversità: la battaglia tra i due regni è infatti l'apice del desiderio di supremazia di Ingrid ma è anche la scusa per l'annientamento da parte degli umani di tutte le creature diverse, appunto, siano esse le fate, gli alberi che camminano o gli esseri alati, che prima vivevano in ogni parte del mondo mentre ora sono relegati su una parete rocciosa. Emblema, si potrebbe pensare, dell'odierna situazione mondiale che sta vivendo un oscuro ritorno al passato, con un sempre più diffuso “trionfo dell'odio” - come ha detto la Jolie - ed una spiccata intolleranza, sebbene, come ha rimarcato Michelle Pfiffer, “i giovani siano fortunatamente più tolleranti dei vecchi”.
La nuova vicenda avente per protagonista Malefica affronta dunque temi importanti e una battaglia, epica e universale, quale quella tra il bene e il male, che da sempre anima le fiabe più belle ed il mondo Disney in generale.
Il risultato è un'opera poderosa, che conquisterà grandi e piccoli e che, grazie al formidabile cast femminile e alla sontuosa realizzazione, non potrà che essere un successo.