Malcolm & Marie: un capolavoro di scrittura con due attori da Oscar
Dal 5 febbraio su Netflix arriva uno dei titoli più attesi di questa stagione cinematografica così particolare – il primo interamente realizzato durante la pandemia. Malcolm & Marie sono una coppia giovane e innamorata. Di ritorno dalla premiere del film scritto e diretto da Malcolm (John David Washington), i due iniziano a battibeccare. I toni si alzano e inevitabilmente si arriva al momento in cui ci si sputa addosso tutto il veleno.
Sam Levinson, regista e sceneggiatore del film, figlio d'arte e classe 1985, realizza un gioiello in 35 mm e in bianco e nero. Di grande effetto, personalità ed eleganza già solo stilisticamente, Malcolm & Marie vanta una serie di elementi/contributi più che degni di nota. Il piano sequenza iniziale, sulle note di Down and Out in New York City di James Brown, accoglie lo spettatore e lo introduce in questo piccolo microcosmo che sarà la sua culla per i successivi 100 minuti.
Malcolm si muove sinuoso e a suo agio per la casa, elettrizzato dall'accoglienza ricevuta in sala dal suo film. Nel frattempo, con uno stacco, lo sguardo della macchina da presa plana su Zendaya, sexy anche seduta su un water o dietro i fornelli. La sua Marie è un vulcano dormiente, pronto a esplodere.
La scintilla non tarda a mostrarsi. Bombardata dal flusso di coscienza del compagno, pungolata dalle battute di lui, la donna tenta, almeno in principio, di tirarsene fuori, di evitare lo scontro. Ma a poco serve. Il terreno è ormai fertile abbastanza per gettare i semi delle recriminazioni. Tirare il bandolo della matassa è possibile forse solo dopo un paio di visioni, tanto è piena la trama di questioni, tematiche, suggestioni.
Proviamo a elencarne qualcuna, a partire dal bisogno fisico, nonché psicologico, che hanno Marie e Malcolm l'una dell'altro. In un momento difficile dell'esistenza di lei, lui è arrivato a trarla in salvo. Dalle droghe, dalla dipendenza, da se stessa. In cambio ha ricevuto una storia. Quella che probabilmente lo porterà al succeso. Ma intanto qualcosa di importante e incondizionato è cresciuto tra loro: l'amore. Dalla calda e appassionata voce di Malcolm esce una delle dichiarazioni più profonde, dolci, toccanti, mai ascoltate sullo schermo. Il fatto che Marie sia “intrappolata” dentro una vasca da bagno, e non possa far altro se non rendersi conto del sentimento reale che la lega a quell'uomo, rende il tutto estremamente emozionante.
Il dubbio è però sempre in agguato, dietro l'angolo, a margine. D'altro canto non c'è chi ha torto e chi ragione, ma due punti di vista, egualmente validi e attendibili. L'egocentrismo dell'uno o la schiettezza dell'altra possono portare sulla cattiva strada, spostando l'ago della bilancia e spingendo lo spettatore a schierarsi. Il continuo passarsi la palla, o meglio scagliarsela contro, suggellato da uno schema alquanto ripetitivo, seppur alternato, della narrazione, crea un certo ritmo.
Come una reale partitura musicale, la sceneggiatura si sviluppa, si evolve, prende il sopravvento. Fortunatamente a supportarla ci sono due interpreti del calibro di Washington e Zendaya. Incarnazioni concrete, ammalianti, indelebili, di un uomo e una donna decisi, loro malgrado, a confrontarsi. Da questa serata, il rapporto cambierà. La scelta di una nuova prospettiva, che costringe a osservare (per la prima volta!), da dentro casa, il riavvicinamento tra Malcolm e Marie, lascia spazio alle proprie personali riflessioni. Un colpo da maestro.