Ma Rainey's Black Bottom: l'ultima incredibile prova di Chadwick Boseman
Disponibile su Netflix dal 18 dicembre 2020 e candidato a ben cinque Premi Oscar – tra cui quelli per il Miglior attore e la Miglior attrice protagonista – Ma Rainey's Black Bottom è l'adattamento cinematografico dell'omonima piece teatrale di August Wilson. Producono Denzel Washington, Todd Black e Dany Wolf.
In cabina di regia e al suo quinto lungometraggio, George C. Wolfe confeziona un'opera dall'animo profondamente blues, proprio come la sua interprete principale. Viola Davis non ha certo bisogno di presentazioni o conferme, ma stavolta dà una prova oltremodo magistrale. Meritatissima la nomination dell'Academy, sebbene la concorrenza sia piuttosto spietata.
Ma Rainey è un'affermata cantante di colore, in procinto di incidere un nuovo album con la sua band. Quest'ultima è composta del trombettista Levee (Chadwick Boseman), del bassista Slow Drag (Michael Potts), del pianista Toledo (Glynn Turman), mentre alla tromba pensa Cutler (Colman Domingo). Siamo nella Chicago degli anni Venti, all'interno di uno studio di registrazione. Ed è qui che si svolgerà l'intera narrazione.
Ma Rainey's Black Bottom è come un contenitore all'interno del quale trovano voce i pensieri del gruppo musicale. Una sorta di metaforica sala d'attesa, molto simile a un Purgatorio, dove ciascuno può dire la sua, scatenando le reazioni – talvolta non troppo eleganti – del resto dei componenti.
Una delle provocazioni più importanti, sollevate soprattutto dal giovane ma geniale Levee, verte sulle abilità musicali e sui riconoscimenti che spetterebbero in maggior misura a chi ne possiede. A confronto vengono così poste le ambizioni e l'arroganza legate all'età, con l'esperienza e la consapevolezza di coloro che hanno trascorso anni tra studi di incisione, palcoscenici e performance di ogni tipo. Tutte le figure in gioco servono da catalizzatori l'una per l'altra. Ma Rainey sarà la scintilla che infuocherà gli animi in maniera irreprimibile.
L'atmosfera distesa e colloquiale va via via declinando verso toni più accesi; la tensione prende il sopravvento sino all'epilogo, tanto tragico quanto inatteso.
Tra i punti di forza della pellicola, oltre chiaramente alle splendide prove attoriali, vanno annoverate le suggestioni legate al blues e alla questione afroamericana: nel pieno delle leggi Jim Crow il razzismo assunse una forma differente ma altrettanto pregnante; la musica per i protagonisti è quindi una valvola di sfogo, ma anche un'occasione per esprimere se stessi ed essere in qualche modo riconosciuti, a prescindere dal colore della pelle.
Ma Rainey's Black Bottom affonda le sue radici in quella poetica, restituendone le caratteristiche note e quelle intrinseche. Trasportando al tempo stesso lo spettatore all'interno di un clima culturale, sociale, politico, estremamente verosimile e complesso. Sebbene gli spunti di partenza siano la realtà dell'epoca e la cantante realmente esistita, alcuni elementi sono stati creati appositamente per questa storia – un esempio è il personaggio di Levee.
Il film segna l'ultima apparizione cinematografica per Boseman, emerso con Black Panther e capace di spaziare da un cinecomic Marvel a un'opera indipendente di siffatta fattura con grande sensibilità e concretezza. L'attore è scomparso durante i lavori di post-produzione e alla sua memoria è dedicato il progetto.
Una piccola curiosità riguarda Washington nei panni di produttore: inizialmente Ma Rainey's Black Bottom doveva far parte di un suo accordo con la HBO, poi passato a Netflix.