Lo and Behold, Reveries of the Connected World

Internet sogna se stesso?
E’ il settantaquattrenne Werner Herzog, a porsi questa domanda a chiosa del documentario dedicato al fenomeno sociale scientifico che ha rivoluzionato negli ultimi trent’anni il mondo, dall’Antartico al Polo Nord, passando per continenti e realtà economico sociali diametralmente opposte e spesso confliggenti, ma accomunate tutte, indifferentemente, dall’insopprimibile necessità di connettersi alla Rete.

 “Internet sogna se stesso?”, cioè il WEB è capace, in un futuro neanche troppo distante, di sviluppare una coscienza ed una cognizione di sé?
Perché il regista di opere che da sempre ne hanno segnato l’originalità e la precipua e peculiare cifra stilistica, arriva a porsi questa domanda? Herzog, giunge al paradosso esistenziale (una macchina può pensare? e fa rispondere a questa domanda illustri ricercatori in materia di Intelligenza Artificiale e Robotica) dopo un viaggio che ripercorre la nascita di Internet dal suo primo vagito (un’ “email” scambiata tra Università americane, il cui arrivo fu confermato da una telefonata da un telefono fisso…) fino ai giorni nostri, epoca in cui il Web è entrato a far parte della nostra quotidianità, come la bottega del barbiere lo era stato per i nostri nonni.

Un viaggio nel quale ci racconta, con uno stile lucido e personale, la scienza e la tecnologia che sono dietro a questa invenzione rivoluzionaria, ma anche le aberrazioni alle quali la connessione perpetua alla rete conduce. Il lato oscuro della rete per intenderci (mai così tanto di terribile e disarmante attualità). La privacy quotidianamente violata senza che il diritto abbia ancora apprestato rimedi per proteggere le vittime delle esposizioni mediatiche senza freni e moltiplicata su milioni di computer in tutto il mondo; la nascita di centri per la disintossicazione da Internet (giovani videogamers che passavano giorni e notti interi davanti ad una consolle ); i malati di radiazioni costretti a vivere in zone disabitate perché allergici alle onde radio: tutti vittime da sovraesposizione da Web. Accanto a loro, fenomeni minori, meno pericolosi, ma egualmente significativi, come i teorici esoterici di Internet o i matematici che si perdono in calcoli complicatissimi….
Insomma, se Internet ha rivoluzionato la vita dell’uomo del XXI secolo, come sempre è accaduto nella storia dell’umanità, c’è sempre una zona d’ombra nel quale si annidano le peggiori – o le più bislacche - intenzioni. E’ il caso degli hacker o, peggio, dei cosiddetti terroristi informatici. Fenomeni impensabili quando Internet mosse i primi passi. Chi – ci dice uno dei pionieri telematici – avrebbe mai avuto interesse a manomettere un sistema di comunicazione così veloce ed efficace?

Ma c’è di più. Ci sono, ad esempio, i brillamenti solari di Carrington. Delle macchie solari notate nel 1859 – una tempesta solare – che sconvolse all’epoca i primi rudimentali sistemi automatici di comunicazione. Telegrafi impazziti, fili telefonici che bruciano, rete elettrica annientata. Un evento del genere, oggi, metterebbe a tappeto il pianeta. E a quel punto, il sociologo ci dice: “Se Internet si spegnesse improvvisamente tra cinquant’anni , la gente non si ricorderebbe più come viveva prima”. Questa la grandezza, ma anche la terribile realtà della Rete.