L'integrazione secondo la commedia francese, arriva in sala Benvenuti a casa mia
Divertente, dissacrante, ironico, politicamente scorretto: dal regista di Non sposate le mie figlie!, una nuova brillante commedia in tipico stile francese, dove l'ironia delle battute si mescola con simpatiche gag e situazioni surreali per parlare, ancora una volta, di integrazione e diversità e del relativo incontro-scontro che ne consegue.
Se in Non sposate le mie figlie veniva dissacrato il mondo della destra cattolica, in Benvenuti a casa mia è un intellettuale di sinistra a venir preso di mira, in un fulgido esempio di par condicio cinematografica!
Etienne Fugerole - l'eccelso Christian Clavier - è infatti uno scrittore che inneggia all'integrazione e alla condivisione e durante un incontro in tv con un rivale, per dargli il benservito ed al contempo salvare la faccia, declama il suo indirizzo personale, invitando una famiglia bisognosa di Rom nella sua dimora.
La residenza in questione è circondata da un grande giardino, è dotata di piscina interna riscaldata, ha un laghetto pieno di pesci esotici e soprattutto è accudita da un fedelissimo ed elegantissimo maggiordomo indiano, Ravi – Armen Georgian -, protagonista di alcune tra le scene più esilaranti del film. Inutile dire che l'arrivo di una numerosa, confusionaria, rumorosa famiglia Rom, stravolgerà la tranquilla vita di Etienne e della sua bella moglie Daphné, interpretata dalla bravissima Elsa Zylberstein, nonché del giovane Lionel, cui dà il volto Oscar Berthe.
Ary Abittan, dal canto suo, gran bell'uomo di 44 anni, si cala perfettamente nei panni del capofamiglia con tanto di dente d'oro e propensione alle minacce. Un attore davvero talentuosissimo che, a dispetto della sua beltà e di alcuni precedenti ruoli da seduttore, ha affrontato il personaggio in maniera egregia, divertendo e risultando al tempo stesso molto realistico.
La questione relativa ai Rom è decisamente attuale e controversa e loro stessi non sono visti di buon occhio neanche in Francia, tanto che in una scena del film Babik – Ary Abittan – e i suoi familiari si travestono da peruviani perché godono di maggiore accettazione: per non descrivere la comunità in maniera malevola, il regista ha richiesto l'intervento di Sorin Mihal, un membro importante della comunità Rom in Romania che non solo si è divertito moltissimo nel leggere la sceneggiatura ma ha anche constatato di persona la volontà del film di presentarsi come una commedia, mirata cioè a intrattenere e a dilettare, sebbene questo genere sia anche un modo per provocare e per spingere a riflettere in maniera critica su determinati argomenti.
Oltre alla questione dell'immigrazione e dell'integrazione, non mancano accenni all'arte contemporanea, spesso ridicola, che cavalca il panorama artistico con altrettanto improbabili opere, inclusa quella di Daphne, scultrice derisa dallo stesso Babik che le dice: “Anche a lei piace spazzatura” osservando l'opera "Il viaggio", in cui tre valigie aperte, con il contenuto rovesciato, dovrebbero rappresentare, appunto, un viaggio.
E non manca il tema del lavoro perché se è vero che siamo abituati a vedere i Rom rovistare nei cassonetti, è anche vero che, se aiutati e incoraggiati, sono più che pronti a lavorare come accade nel film dove di ognuno vengono sfruttate le attitudini, vedi Crouch, lo stolto della famiglia, bravissimo a catturare le talpe, che viene assunto dal servizio giardini.
Per il suo nuovo film, il regista Philippe De Chauveron si è affidato alla sceneggiatura scritta dal fratello Marc e da Guy Laurent: un fine lavoro di ricerca e di intrattenimento, fatto di dialoghi acuti e pervaso dalla più tipica ironia francese anche nel trattare tematiche scomode.
Cavalcando il successo di Non sposate le mie figlie! - di cui si prepara a scrivere il sequel - il regista ha concretizzato un'altra idea vincente. Del resto, come si suol dire, squadra che vince, non si cambia: e ancora una volta Christian Clavier e Ary Abittan hanno fatto gioco di squadra, appunto, regalando due interpretazioni vivaci, vere e coinvolgenti, dimostrandosi talentuosi ed istrionici e innalzando la commedia ad un livello superiore.
Si è soliti dire anche Vive la France e questa esclamazione, per Benvenuti a casa mia, vale più che mai.