L'estate in cui imparammo a volare: la serie tv con Katherine Heigl scava nelle emozioni
Basato sull'omonimo romanzo di Kristin Hannah, L'estate in cui imparammo a volare è la nuova serie che vede protagoniste due delle massime star del piccolo schermo. La Katherine Heigl di Grey's Anatomy – è stata Izzie Stevens per ben 6 stagioni – e la Sarah Chalke di Scrubs – era l'interesse amoroso di Zach Braff, la dottoressa Elliot Reid – vestono i panni di Tully e Kate. Amiche sin dall'adolescenza, le due sono ormai cresciute e hanno imboccato strade differenti. La prima è un'affermata conduttrice televisiva, mentre la seconda è separata, senza lavoro e madre della quattordicenne Marah (Yael Yurman).
Il nuovo prodotto seriale targato Netflix – e disponibile sulla piattaforma dal 3 febbraio – è un drama a tutti gli effetti, da molti già paragonato al nostrano L'amica geniale. Vuoi per il fatto che le protagoniste siano due donne, legate da un sentimento forte e duraturo, vuoi per la base letteraria da cui lo show attinge a piene mani. Al centro della storia si trova chiaramente l'amicizia tra Tully e Kate. Dopo l'iniziale diffidenza, mista a curiosità, Tully e Kate instaurano un rapporto importante. La profondità e la preziosità si riveleranno tramite i flashback che ne mostrano l'evoluzione. L'estate in cui imparammo a volare è infatti giocato sui vari piani temporali che si alternano, donando contemporaneamente ritmo alla narrazione. Dagli anni Settanta ai giorni nostri, le vicende delle due protagoniste procedono tra alti e bassi.
Le personalità emergono gradualmente, sebbene appaia chiaro sin dal principio che ci troviamo dinanzi a due giovani di natura ed educazione agli antipodi. Tully ha trascorso gran parte della sua infanzia con la nonna, e il ritorno della madre getta instabilità nella sua esistenza. Kate al contrario ha alle spalle una madre e un fratello presenti, affettuosi, attenti. Sarà anche questo ad attrarre e conquistare Tully, naturalmente e intimamente inserita in un contesto familiare a lei prima sconosciuto.
Se in tal modo la ragazza trova una sorta di equilibrio, o meglio una rete di sicurezza su cui poter sempre contare, al tempo stesso Kate trova un'amica, che sa consigliarla e spronarla. In fondo, si sa, chi trova un amico, trova un tesoro. Definizione non potrebbe essere più attinente. Entrambe ci guadagnano dall'incontro: il momento dell'adolescenza, cruciale per ogni essere umano, diventa la pietra miliare della loro relazione. Insieme tutto sembra possibile, per quanto le differenze non cessino mai di esistere e rendersi evidenti in determinate situazioni.
L'intraprendenza di Tully contiene tanto coraggio, ma anche ferite mai rimarginate; la dolcezza di Kate non nasconde una timidezza e un'insicurezza con le quali è costretta a convivere e che aumentano a volte in presenza dell'amica. Tully è sexy, e consapevole, mentre Kate fatica a vedere la sua bellezza. Chiaramente molto di ciò deriva dal modo e dall'ambiente in cui sono cresciute, ma la possibilità di affidarsi l'una all'altra permette loro di cambiare, di rischiare, di evolversi.
Trattandosi di un drama, l'apice della tragedia arriverà quando una delle due scopre la malattia. Ipotizzare una vita senza la propria migliore amica, colei che è diventata negli anni un'anima gemella, è qualcosa di insostenibile. Eppure fa parte di un orizzonte reale. Ecco allora come L'estate in cui imparammo a volare dà fondo a tutta la sua splendida riserva di materiale, andando a scavare nelle emozioni del pubblico e a riportarne a galla di antiche e preziose.
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