L'effetto acquatico - Un colpo di fulmine a prima svista
L’amore a volte può essere sfuggente come un fluido. Sottostare alle leggi della fisica e alternarsi tra sostanza solida, liquida o gassosa a seconda delle ‘chimiche’ in ballo. La classica variazione di stati del complesso sistema amoroso cui andranno incontro anche Samir (Samir Guesmi) ed Agathe (Florence Loiret- Caille), protagonisti ‘fluidi’ de L’effetto acquatico.
All’interno degli spazi geometrici di una piscina comunale, Samir, quarantenne e prestante gruista di Montreuil, cercherà di realizzare il suo colpo di fulmine per Agathe, minuta insegnante di nuoto impiegata proprio presso la piscina della cittadina francese. L’uomo si ingegnerà con ogni mezzo (fingendosi nello specifico nuotatore principiante) pur di entrare in contatto con la ragazza e conquistare il cuore - apparentemente solitario e ruvido - di lei. Sopra e sotto il velo d’acqua della vasca, i loro corpi (ancora sconosciuti l’uno all’altro) si sfioreranno più e più volte iniziando a entrare in empatia, ancora prima che lo stesso avvenga per i loro cuori.
L’iniziazione di un cammino emotivo che poi s’interromperà però bruscamente, causa quella bugia di troppo, grossolana pur se pronunciata a fin di bene e in virtù del palpito amoroso. La nuova verità renderà il sentimento in divenire ancora più volatile, costringendolo a un ulteriore viaggio, volo pindarico, e conducendo i due protagonisti in terra d’Islanda, là dove le acque giocano un ruolo fondamentale nella scena paesaggistica, e di conseguenza anche in quella interiore ed emotiva di chi la attraversa.
Presentato a Cannes 2016 nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, L'effetto acquatico - Un colpo di fulmine a prima svista (come recitano titolo e sottotitolo italiano) è una coproduzione franco-islandese, e non poteva essere altrimenti visto che la regista Solveigh Anspach (purtroppo scomparsa prematuramente durante la fase finale del montaggio del film – poi portato a termine dai suo fidati assistenti), è nata in Islanda ma ha studiato alla FEMIS di Parigi.
Ponendo metaforicamente in parallelo la fluidità dell’acqua a quella dell’amore e dei sentimenti, L’effetto acquatico intercetta e ‘spia’ gli alti e bassi di un potenziale congiungimento amoroso attraverso il gioco di specchi e riflessi creato dall’acqua e dalle sue ‘estensioni’ (la piscina, le sorgenti termali, l’Oceano).
La regista islandese muove così le fila di un’opera leggera ma frizzante, a metà tra la riflessione esistenziale e la commedia degli equivoci, con un guizzo di humour ‘nordico’ del tutto particolare. Un itinerario creato e dettato dai flussi acquatici e come tale soggetto alla fisiologica alternanza di alte e basse maree. L’estrema rarefazione dei registri utilizzati non è sempre favorevole all’economia narrativa del film, ma a fare da traino sono la freschezza delle idee messe “in acqua”, la bellezza degli scenari islandesi prestati al racconto, e la bonaria stravaganza di due protagonisti capaci di dare senso e forma all’antico detto: gli opposti si attraggono.
Ideale per stemperare i picchi di calore di una bollente serata estiva.