Le doppie verità di Keanu
Courtney Hunt, la regista, ha il tocco e il passo giusto per affrontare questo film. E te ne accorgi sin dalle prime inquadrature, dai primi tesi e precisi dialoghi. Poi, ti vai a leggere la sua biografia e scopri che è nata a Memphis 52 anni fa e che il suo film d’esordio è quel thriller che stupì qualche anno fa (era il 2008) vincendo il Gran Premio della Giuria al Sundance Film festival e ricevendo molti consensi, sia di critica che di pubblico. Parliamo di Frozen-Fiume di Ghiaccio, un noir ambientato tra le nevi e de i ghiacci della sconfinata provincia americana. Leggi ancora, e scopri che la Hunt ha conseguito un juris doctor alla Northeastern School of Law ed allora ti spieghi la competenza e la perizia che affiorano da questo film processuale, nel quale il processo e la vicenda sottostante ad esso procedono in parallelo durante la narrazione. La storia è torbida, come può esserlo una storia che racconti l’assassinio di un ricco avvocato (azzeccatissimo Jim Belushi nel ruolo) tracotante e prepotente con la famiglia, il tutto invischiato nella società bene di una contea del Sud, dove tutti conoscono tutti, anche l’avvocato che difenderà dall’accusa di patricidio il figlio, a sua volta ex socio della vittima e buon amico di tutta la famiglia…
Il film è un lento ma inesorabile avvicinamento verso la verità finale che ovviamente sconvolgerà tutte le certezze – processuali e non – fino ad allora acquisite. Le deposizioni dei vari testimoni fanno da guida ed imprimono il ritmo al racconto descrivendoci ambienti e situazioni virate dai diversi punti di vista di chi siede al banco dei testimoni. Le relazioni familiari e sociali vengono sviscerate e prendono luce fuoriuscendo dalla penombra fino ad allora relegate. Sullo sfondo, la strategia dei legali che varia e si modifica a seconda delle convenienze del momento. Probabilmente son questi gli istanti migliori dell’opera; i tecnicismi giuridici arricchiscono la trama, grazie alla bravura delle regista nell’esporli senza renderli noiosi ma anzi, appassionando lo spettatore. Fondamentale, dunque, il ruolo dell’avvocato, protagonista a tutto tondo del film. Lo interpreta Keanu Reeves, sulla soglia della mezza età, più umbratile del solito ma con le corde giuste per il personaggio. Si rivede anche la Zellweger in un ruolo ambiguo e dimesso, tutto sommato all’altezza anche lei.
Un legal thriller di ottima fattura, noir e misterioso al punto giusto.