La vita è bella perché è varia - Recensione di Beautiful Minds
Romanzo di formazione e affascinante racconto on the road, il nuovo film di Bernard Campan, attore e regista navigatissimo, riesce nell'intento di non cadere nella trappola del patetismo che, in storie come queste, è possibilissima. Sarà perché il tutto è “lavorato” (cioè scritto diretto e interpretato) a quattro mani col bravissimo Alexandre Jollien, filosofo, docente di filosofia, scrittore e acceso difensore del fatto che disabilità non sia per forza sinonimo di diversità.
Come in un Harold e Maude dove chi è dolorosamente vivo ha tutto da insegnare a chiunque incontri, Beautiful Minds (titolo, come spesso in Italia, strano perchè in Francia il film si intitola più poeticamente “Quasi”) parte da un concetto ed arriva al suo opposto per dire che sono solo gli stupidi a non cambiare mai idea. E oltre tutto, c'è anche il finale a sorpresa.
Se il Cinema francofono, riguardo al tema della disabilità, ci aveva già commossi con Quasi Amici o, in parte, coi fantastici affreschi di Jaco Von Dormael, qui non fa altro che ricordare (e pare poco ma non lo è) che si possono raccontare storie “difficili” con poetica leggerezza. E, viste le schifose dichiarazioni sul tema dell'handicap di importanti politici della destra francese in campagna elettorale, serve a ribadire che gli artisti, spesso, sono gente migliore di chi ci vorrebbe insegnare come si vive. Il Cinema vince sempre.