La truffa del secolo: Noir francese in salsa rap
Noir nell’alta finanza in salsa di rap francese, questo film di Olivier Marchal.
Dalla trama complessa – la truffa che si organizza è di difficile comprensione – il film racconta la storia di un capitano di industria (Benoît Magimel) che per sanare i conti della propria azienda di famiglia, organizza una truffa finanziaria ai danni dello Stato e per farlo si rivolge ad un malavitoso al fine di ottenere i capitali necessari per iniziare l’impresa. A spingerlo, non è solo la volontà di evitare il fallimento della società ma anche la voglia di riscatto nei confronti della moglie e soprattutto del suocero (Gerard Depardieu) che lo considerano una nullità.
Con queste premesse, l’opera si dipana nel solco che si snoda tra i confini di castigo e perdono, quel terreno dove il delinquere può diventare la strada verso la redenzione o la discesa verso l’inferno, ritmato da un bel pezzo rap in francese.
Le tinte sono quelle del noir classico. Personaggi duri e scolpiti con l’accetta, dal destino segnato sin dalla prima inquadratura. I cattivi hanno la pistola o gli avvocati come armi, le donne sono esempi di solidità e spietatezza, gli uomini si dividono in avidi, disperati, comprimari e dannosi buoni a nulla. Le atmosfere tenebrose accompagnano la narrazione che procede inesorabile, senza particolari sussulti, verso un inevitabile finale, dove i conti si rendono a suon di rivoltelle.
Olivier Marchal, uno specialista del genere (36 Quai des Orfèvres del 2004 il suo film di maggior successo), confeziona dunque un buon prodotto di genere (campione di incassi nella madrepatria Francia), che trova proprio nella sua collocazione i suoi limiti ma anche le su virtù. Gli interpreti si adeguano agli stilemi e alle atmosfere e sono grugni e smorfie dure, battute al petrolio e comportamenti sopra le righe e tre parole, prologo ed epilogo del film: autorevolezza, ricchezza, e sfortuna. Tre doti che ogni uomo dovrebbe avere. Considerando che il film si ispira ad una storia vera, c’è da crederci.