La ragazza dei tulipani, passioni ad Amsterdam
Amsterdam 1636: la città è in pieno fermento. Il commercio prospera, le arti fioriscono, Soprattutto, prospera il mercato dei bulbi dei tulipani. Una vera e propria febbre che sembra aver colpito tutta la popolazione e che può determinare la fortuna, o il tracollo, dei numerosi investitori che scommettono sull’aumento dei prezzi dei preziosi bulbi che si diversificano per bellezza e rarità.
Su questo sfondo, si snoda il romanzo di Alison Owen, un best seller, dal titolo “Tulip Fever”, per l‘appunto. La storia che si racconta, è la più classica delle storie d’amore nella quale si raccontano personaggi appassionati, generosi, ma anche balordi e inconcludenti. Amori impossibili, slanci appassionati, gesti nobili e vili, causalità che modificano destini e vite si alternano nella città che nel ‘600 era probabilmente l’esempio più luminoso di un metropoli dove la borghesia aveva ormai preso il sopravvento sulle vecchie classi gentilizie. Il tutto, senza rivoluzioni sanguinose come sarebbe successo un secolo più tardi nella vicina Francia.
In questo humus fertile di idee, dove i concetti di impresa e scambio commerciale avevano raggiunto vette di elevatissima sofisticazione, il regista Justin Chadwich, con illustri provenienze teatrali, si muove con ordine e sufficiente consapevolezza del materiale che sta trattando. Dirige un cast di attori di altissimo livello (Alicia Vikander, Christoph Waltz, Judi Denche, Tom Stoppard su tutti, a dimostrazione del notevole sforzo produttivo) e li inserisce nel contesto scenografico, descritto e rappresentato con magniloquenza. La sceneggiatura, messa ottimamente in scena, ben rende l’atmosfera di estrema vitalità dell’epoca che si descrive, così come rende onore alla suspense che nell’ultimo quarto d’ora, colora le umane vicende dei personaggi .
Film consigliato. Un ben confezionato affresco umano e sociale di quella che a tutti gli effetti possiamo considerare l’epoca cha ha segnato l’inizio dei tempi moderni che viviamo tutt’ora.