La notte che mia madre ammazzò mio padre, imperdibile black comedy a firma spagnola
Quando si parla di cinema spagnolo i primi nomi che vengono in mente sono quelli di Luis Buñuel, Pedro Almodóvar e Alejandro Amenábar, ma nel corso degli ultimi anni la patria del flamenco ha regalato al pubblico tante piccole perle cinematografiche di registi poco conosciuti, basti pensare a La isla minima di Alberto Rodríguez, Perfect day di Fernando León de Aranoa, e al più recente La vendetta di un uomo tranquillo di Raúl Arévalo. In questa schiera di gioiellini filmici entra a pieno diritto La notte che mia madre ammazzò mio padre, riuscitissima black comedy diretta dalla cineasta Inés París, e scritta in collaborazione con Fernando Colomo, che sarà proiettata in anteprima al Festival del Cinema Spagnolo, e che grazie a EXIT Media uscirà nelle sale italiane il 18 Maggio.
Da quando i fratelli Lumière inventarono il cinema, gli ingredienti necessari per realizzare un buon film sono stati essenzialmente tre: una solida sceneggiatura, un abile filmmaker e dei bravi attori. La regista iberica, che già con A mia madre piacciono le donne aveva dimostrato un discreto talento, unendo alle sue buone capacità un ottimo script, un eccellente cast, una coinvolgente colonna sonora e una splendida fotografia, non soltanto si attiene alla ‘regola del 3’, ma dona all’opera quegli elementi in più che la rendono imperdibile. Sì, perché nonostante la messa in scena di stampo teatrale – gran parte delle azioni si svolgono all’interno di una villa – , il ritmo effervescente, le spiritose gags e i dialoghi brillanti trascineranno il pubblico in un intreccio di equivoci a dir poco esilaranti.
Le assurde quanto comiche situazioni che vedono coinvolta una famiglia anticonvenzionale appartenente al mondo dello spettacolo, si dipanano, o meglio si aggrovigliano, nel corso di un’unica bizzarra serata. Con una tavola imbandita e sei personaggi intorno, mattone dopo mattone la regista costruisce una perfetta atmosfera alla ‘Cluedo’, dove humor nero, mistero e divertimento regneranno incontrastati da inizio a fine proiezione.
Portando al cinema un’opera che strizza l’occhio sia ai grandi classici di Agata Christie che all’indimenticabile Invito a cena con delitto, Inés París riesce a coinvolgere gli spettatori in un vortice surreale di fraintendimenti che funziona meglio del perfetto meccanismo di un orologio svizzero: colpi di scena, sorprendenti rivelazioni e inattesi risvolti si incastreranno infatti tra loro senza soluzione di continuità. Non solo, ma come se ciò non bastasse, la filmmaker spagnola inserisce argutamente all’interno della narrazione anche una non troppo velata presa in giro di quei tanti stereotipi che riguardano il mondo del cinema: il cliché, ad esempio, delle attrici over quaranta tagliate ormai fuori da qualsiasi ruolo cinematografico, o quello degli sceneggiatori che non sopportano di vedere il proprio lavoro giudicato dagli attori. In questo fantastico bailamme in cui nulla è in realtà come appare, non mancano eloquenti allusioni alla guerra tra sessi, all’ambiguità insita in ogni essere umano e al precario - se non falso - equilibrio su cui si reggono le cosiddette famiglie allargate.
Protagonista indiscussa di questa frizzante commedia è Belén Rueda – Il Mare dentro, The Orphanege, Con gli occhi dell’assassino – che, cimentandosi per la prima volta in un ruolo comico, dimostra massicce dosi di versatilità e bravura. Non da meno appare il resto del cast, ovvero: lo strepitoso Eduard Fernández, ritenuto uno dei maggiori interpreti del cinema spagnolo contemporaneo; la simpatica María Pujalte, presente anche nei precedenti lavori della París; il famoso attore-psichiatra argentino Diego Peretti, qui nei panni di se stesso; il Premio Goya, Fele Martínez; la giovane e spumeggiante Patricia Montero.
La notte che mia madre ammazzò mio padre si è meritatamente aggiudicato il Premio del Pubblico al Festival di Malaga 2016, e se è vero che nell’universo dello spettacolo sia il pubblico ad essere sovrano… lunga vita al pubblico!