La mossa del pinguino imperatore
Dieci anni fa usciva al cinema La marcia dei pinguini e l’avventuroso viaggio dei simpatici animali in frac sul continente bianco rapiva l’immaginazione di spettatori di tutte le età. Il documentario di Luc Jacquet divenne immediatamente un successo, raggiungendo un pubblico di più di venticinque milioni di spettatori, un César e molti altri premi internazionali, fino alla consacrazione definitiva con l’Oscar.
Oggi La marcia dei pinguini – Il richiamo desidera riportare sul grande schermo la stessa magia, giovandosi di una spettacolare qualità delle immagini, merito dell’alta risoluzione in formato 4K e dell’impiego di droni aerei. Parte del materiale ancora inedito girato nel 2003 con pellicole 16mm, le uniche che all’epoca potevano resistere alle avverse condizioni climatiche, è stato ridigitalizzato entrando così a far parte del secondo capitolo della saga dedicata all’imperatore dei ghiacciai.
L’opera del francese Jacquet suscita meraviglia per la ricchezza di particolari catturati con una nitidezza a dir poco eccezionale lungo un arco di 360°. Per immortalare le prodezze in acqua dei pinguini, il regista de La volpe e la bambina si è avvalso dell’aiuto di una squadra di subacquei professionisti guidata da Laurent Ballesta, noto biologo naturalista marino e specialista internazionale di fotografia sotto marina. I grandi esattamente come i più piccini rimarranno sopraffatti dalla bellezza unita all’eleganza con cui questa specie animale s’immerge nelle profondità dell’oceano polare Australe, toccando quasi i 600 metri di profondità.
La marcia dei pinguini – Il richiamo si propone come ideale completamento della storia già raccontata nel 2006 con lo scopo di svelare la parte più sconosciuta della vita degli imperatori. Per focalizzarsi meglio, l’autore sceglie di seguire da vicino le gesta di un piccolo del branco dalla sua nascita fino all’età adulta. Tanti i momenti da ricordare: il corteggiamento tra mamma e papà pinguino a passo di danza, il richiamo canoro scambiato con i genitori per riconoscersi tra altri mille, la muta del piumaggio e l’istinto che li guida verso il mare.
A differenza del primo lungometraggio doppiato da Fiorello, qui la voce narrante è quella dell’attore, conduttore e regista Pierfrancesco Diliberto, meglio conosciuto con il nome d’arte di Pif (nella versione originale abbiamo Lambert Wilson). Purtroppo, questa novità appiattisce ogni sfumatura e sottrae ogni caratterizzazione emotiva al testo orale. Da segnalare, invece, il fatto che il film sostenga l’interessante progetto pinguini promosso dal WWF per l’adozione di oltre 100 cuccioli.