La Mélodie, ode alla musica e al suo potere benefico
Vi sono film che, pur concentrandosi su tematiche sviscerate più volte al cinema, riescono comunque a conquistare il pubblico in sala, come accadrà ad esempio con La Mélodie: lungometraggio d’esordio del regista algerino naturalizzato francese, Rachid Hami. Presentata fuori concorso alla 74ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, quest’opera è uno splendido inno alla musica e al suo potere benefico, sia a livello individuale che sociale.
Simon Daoud è un musicista cinquantenne, ormai disilluso dalla vita, che per tirare avanti si ritroverà controvoglia a dare lezioni di violino presso una scuola media inferiore della periferia parigina. La classe in cui Simon insegna è formata da ragazzini problematici provenienti da famiglie più o meno disagiate, e i suoi rigidi metodi d’insegnamento non renderanno facile l’interazione con gli studenti. Ma tra questi allievi c’è ne uno particolarmente dotato, Arnold, un afroamericano timido e paffutello che riuscirà a rivoluzionare l’animo inaridito di Simon, il quale, attraverso le sue note catturerà l’attenzione degli studenti promettendo loro di portarli a esibirsi alla Filarmonica di Parigi…
Sebbene la trama di La Mélodie non si possa dunque ritenere il massimo dell’originalità, è innegabile che la sobrietà stilistica, l’asciuttezza della messa in scena e la semplicità della sceneggiatura che rifugge da qualsiasi deriva melodrammatica o volutamente lacrimevole, rendano la pellicola di Hami perfettamente riuscita. Sì, perché viste le premesse si sarebbe potuto pensare di assistere esclusivamente a un’opera grondante di buoni sentimenti, e invece, fortunatamente, non è questo il caso. Il film mostra infatti in modo intelligente, e mai pietistico, come si riesca a trasformare dei bambini privi di qualsiasi interesse in persone appassionate capaci di affrontare sfide per loro prima impensabili. Ma oltre a ciò, Rachid Hami – aiutato nello script da Guy Laurent – espone con grande abilità quali siano per un professore le insidie da evitare e le tentazioni da respingere: siamo sicuri che il concentrarsi sui migliori, lasciando indietro i più ‘deboli’, sia la strada migliore da percorrere?
La Mélodie è quindi un lavoro profondamente educativo dove il filmmaker d’oltralpe, oltre a suggerire la giusta direzione in cui l’intera società dovrebbe andare, sceglie il linguaggio universale della musica per esser certo di raggiungere la mente e l’anima di ogni spettatore. L’approccio umano e sincero di Rachid Hami nel sottolineare la necessità di tornare alla condivisione, più che alla sfrenata corsa all’individualismo - dannosa malattia dell’epoca contemporanea che ha reso l’Ego imperatore supremo di tutte le nostre azioni -, evita al regista di cadere tanto nella trappola degli stereotipi, quanto in quella del temuto déjà vu. L’ottimo equilibrio tra umorismo e dramma è senza dubbio un altro pregio di questa pellicola, che vede recitare attori non professionisti insieme ad altri già affermati, quali i bravissimi Kad Merad (Giù al Nord e Il piccolo Nicholas e i suoi genitori) e Samir Guesmi (Banlieu 13 e Ciliegine, quest’ultimo diretto da Laura Morante).
Nei cinema grazie a Officine UBU, La Mélodie potrà anche essere un film dalla narrazione prevedibile, ma… di sicuro vi scalderà il cuore!