La fattoria dei sogni è realtà !
“Apricot Lane” è la fattoria che in 8 anni i coniugi Chester (John e Molly) hanno trasformato da un terreno quasi desertico, a nord di Los Angeles, asfissiato e martorizzato da monocolture intensive, in una tenuta che si estende per oltre 200 acri e che raccoglie circa 850 animali e 75 variazioni di coltivazioni biodinamiche. Con La fattoria dei nostri sogni John Chester – già regista di documentari per Animal Planet e ITV Wildlife - racconta la storia di questi 8 anni costellati da successi ma anche cocenti delusioni.
Utilizzando uno stile che confina tra il documentario e la fiction Chester – regista e contadino - documenta, per l’appunto con i toni della passione e il coinvolgimento emotivo, il passaggio culturale da un’idea di sfruttamento intensivo che ha il profitto come unico obiettivo senza prospettive e senza un orizzonte futuro, all’idea che si possa raggiungere gli stessi risultati economici avendo attenzione per la natura e rispettando la vita in ogni sua espressione.
Il risultato sarà straordinario e sorprendente: quello che era un deserto dalle tinte infernali si trasformerà in un vero e proprio Eden, verde e lussureggiante dove il ritmo della natura detta le sue leggi insesorabili ma le cui sentenze, alla fine, risulteranno giuste e concilianti. Quello che emerge è che nulla è casuale e che ogni problema trova la sua soluzione con l’osservazione e la comprensione dei fenomeni che quotidianamente e stagionalmente si verificano sotto i nostri occhi.
Come detto, il film si gusta anche come un racconto di finzione. Aiutano, in questa impresa, la meravigliosa ed espressiva fotografia che coglie i colori della natura nei suoi contrasti e nelle sua armonie, nelle ampie riprese che raccolgono dall’alto i campi e i frutteti, i prati e i boschi; la capacità di creare empatia con gli abitanti di pascoli, porcili e pollai; il racconto delle giornaliere battaglia e tregue con la natura che oggi si esprime dolcemente in uno sciame di pigre api ronzanti e domani furoreggia come uragano o incendio.
Il film ha un ritmo interiore, connesso a quello dei giorni che si susseguono tra albe e tramonti e soprattutto le notti attraversate da una fauna che salta, striscia, corre per i campi e lungo i confini della fattoria e che le telecamere notturne riprendono svelandone abitudini e segreti.
Un film che ha il sapore di una lezione alla quale sarebbe vigliacco e miope sottrarsi.