La Comune
Thomas Vinterberg, regista di Festen e Il Sospetto, torna sul grande schermo con La Comune, presentato con successo all'ultimo Festival di Berlino, dove si è aggiudicato l'Orso d'Argento alla Migliore attrice protagonista.
Ma non lasciatevi ingannare dalla locandina allegra: La Comune è un dramma bello e buono, ambientato negli anni '70 ma facilmente collocabile in qualsiasi epoca perché tratta temi universali come l'amore, il dolore, l'amicizia, la convivenza e tutte le sue buffe e/o drammatiche conseguenze.
Il nuovo film di Vinterberg narra infatti la storia di Erik/Ulrich Thomsen e Anna/Tryne Dyrholm, due intellettuali - architetto lui, giornalista televisiva lei - che una volta entrati in possesso di una grande casa, decidono di farla diventare una comune, ospitando amici intimi e personaggi eccentrici.
Oltre ai padroni di casa e alla loro dolce figlia Freya, ci sono infatti una coppia con un bambino cardiopatico, una sedicente rossa che ospita un viavai di uomini, l'esilarante Allon che piange per un nonnulla e Ole, il cui bagaglio consta di due buste, una contenente qualche capo di abbigliamento, l'altra libri sinistrorsi.
Per interpretare i protagonisti del suo nuovo film, Vinterberg ha scelto due volti noti del cinema danese ed internazionale – Tryne Dyrholm, tra gli altri, ha recitato anche al fianco di Pierce Brosnan in Love is all you need della regista danese Susanne Bier mentre Ulrich Thomsen ha lavorato con Kathryn Bigelow e Ridley Scott e ha recitato in 007 – Il mondo non basta – circondandoli di volti freschi e genuini, due dei quali esordienti.
Se la parte iniziale del film è caratterizzata da un tono più leggero, cui si associano brani vivaci e dialoghi brillanti, ben presto la storia prende una piega diversa e il dramma si insinua nel tessuto narrativo, complice una storia d'amore inaspettata e tutte le novità che comporta.
La regia intima e curata di Thomas Vinterberg è fatta di primi piani che con grande intensità rivelano emozioni e sentimenti dei protagonisti, scrutando nell'animo e mettendo in risalto espressioni di gioia e sofferenza ed il suo lavoro è la prova che con neanche cinque milioni di euro, si possono realizzare piccoli gioielli.
Ispirandosi alla sua esperienza di vita in una comune, tra i 7 e i 19 anni, il regista riporta sullo schermo le caotiche cene di gruppo, con dialoghi che si sovrappongono l'uno all'altro, le comiche riunioni per stabilire i compiti di ognuno e l'organizzazione nella grande casa, il bagno tutti nudi, lanciandosi con gioia dal pontile della casa sul lago, e le discussioni, inevitabili, che a poco a poco prendono il sopravvento.
Profetiche le parole di Steffen (Magnus Millang): “Questo mondo sta perdendo l'amore”. Nel film, ambientato nel 1975, ci si riferisce alla Guerra in Vietnam, conclusasi con migliaia di morti, e ai conflitti dell'epoca ma la frase non è mai stata tanto attuale: basta leggere quel che accade ogni giorno tra guerre e violenze di ogni genere.
Complici la bellissima fotografia, la splendida e suggestiva location – un'enorme casa su più piani, con grandi bowindow, circondata da un prato verdeggiante - e la colonna sonora a tratti davvero struggente, La Comune incede verso un finale assai commovente - prevedibile da un lato, per nulla scontato dall'altro - e rivela, in maniera realistica e poetica al tempo stesso, lo spaccato di una generazione che fa i conti con le proprie convinzioni e rimane vittima dei suoi stessi ideali.
Il regista danese porta sullo schermo una pletora di personaggi autentici e variopinti, le cui vite si intrecciano tra loro, portandoli ad avvicinarsi e allontanarsi in una sorta di nostalgica danza.