La canzone del mare

Saoirse ha sei anni, un faccino rotondo, occhi grandi e capelli neri. Ancora non parla, ma lo farà. Vive nella casa sul faro assieme al babbo e al fratellino maggiore Ben, che la deride e attacca per ogni cosa, ritenendola in fondo responsabile della scomparsa della madre. Ma quello di Saoirse è anche (anzi, soprattutto) un destino fatto di mare e magia. Scoperti quasi per caso la conchiglia regalata dalla madre a Ben (e con la quale si può ascoltare – o suonare - la voce del mare), e un mantello bianco che il padre custodiva segretamente in un baule, si aprirà infatti per Saoirse un mondo di rivelazioni e poteri straordinari. Perché lei, in realtà, non è una bambina come le altre. É una Selkie, una creatura che vive a metà tra terra e mare, e che attraverso il canto produce una musica magica insieme a dei veri e propri prodigi. 

Inaspettata, si farà così strada nella vita della piccola un’avventura a cavallo tra due mondi (quello terreno e quello marino), attraverso un viaggio di sorprese e meraviglie che la avvicinerà al fratello avviandola al cammino splendido tra le onde del mare e i valori di conciliazione e solidarietà. La (ri)scoperta di un mondo, in fondo o sopra al mare, dove amore e comprensione la fanno in ogni caso da padroni.

Dal profondo degli abissi marini l’irlandese Tomm Moore (già candidato all'Oscar per The Secret of Kells) fa emergere una fiaba poetica e nostalgica di amore e fratellanza che si muove ad altezza bambina, ma che commuove (soprattutto) i grandi. 

La grafica rotondeggiante, armonica, a ricordare le cose del mare (conchiglie, foche) e la circolarità dell’amore, si fonde perfettamente in questa storia alla musicalità leggera e potente delle incantevoli sonorità irlandesi (a cura di Bruno Coulais e della band irlandese Kíla). A sua volta, l’aspetto audiovisivo diventa il contenitore perfetto di una fiaba commovente estrapolata dalla tradizione celtica, di bambini che scoprono la bellezza della solidarietà e adulti che imparano ad aiutarsi e amarsi, nonostante il tempo, la distanza, le difficoltà. 

Il mare, incarnazione perfetta di paure e miraggi, capace di sublimare il concetto di ignoto e mitico, svolge qui il ruolo fatato di una grande culla dove convergono i suoni, i colori e la bellezza avvolgente dei protagonisti animati, incluso il cagnolone Cù, morbido ammasso di peli votato all’amore per i “suoi”. 

Tutto splende e avvolge in quest’opera che mescola il fascino esotico e onirico della fantasia marina al pragmatismo sincero e tangibile delle cose di terra (incarnato dal verde intenso tipico delle terre d’Irlanda). Una conchiglia magica e un mantello per volare in fondo al mare insieme a una mano da stringere, o una spalla su cui piangere. Valori smarriti di una semplicità che si fa messaggera di emozioni, colori, e un mondo reso magico da due piccoli eroi con un grande potere, l’amore fraterno rivelato e custodito dal senso di solidarietà.

Un film d’animazione luminoso e commovente, e senz’altro capace come pochi altri di arrivare dritto al cuore di tutti.