Klimt & Schiele - Eros e Psiche: quando con arte si racconta di arte
“A ogni epoca la sua arte, all’arte la sua libertà”. Partendo da questo motto inciso a lettere d’oro sull’ingresso del Palazzo della Secessione a Vienna, costruito tra il 1897 e il 1898 dal giovane architetto Joseph Maria Olbrich, la sceneggiatrice Arianna Marelli e il regista Michele Mally danno vita a Klimt & Schiele - Eros e Psiche: bellissimo viaggio nelle fitte trame che, allo scoccare del XX secolo, si intrecciarono in Austria tra arte, letteratura, architettura, musica e scienza.
La voce narrante di Lorenzo Richelmy accompagnerà gli spettatori alla scoperta della Vienna del periodo d’oro, dove si respirava quell’aria di rinnovamento pronta a modificare un’arte rigida e ancorata a vecchi schemi: nei salotti viennesi dell’epoca si discutevano infatti le idee che avrebbero segnato una svolta nella psicologia, nella neurobiologia, nella letteratura e nell’arte. E fu proprio grazie a quel rifiuto delle forme tradizionali e alla voglia dirompente di creare un'arte che racchiudesse in sé tutti gli aspetti della vita, che nacque la ‘Secessione viennese’: movimento artistico fondato il 3 aprile 1897 dai pittori Gustav Klimt, Koloman Moser detto Kolo, Max Kurzweil, e dagli architetti Josef Hoffmann, Joseph Maria Olbrich e altri.
Il documentario di Mally è un’opera estremamente interessante sotto molteplici aspetti. Innanzitutto perché guida il pubblico all’interno delle sale dell’Albertina, del Belvedere, del Kunsthistorisches Museum, del Leopold Museum, del Sigmund Freud Museum e del Wien Museum, poi perché utilizza immagini di repertorio, interviste a critici d’arte, musicologi e premi Nobel per la medicina quale il neuroscienziato Eric Kandel, che hanno il compito di aggiungere tasselli fondamentali alla narrazione storica di quel particolare ‘momento magico’. Al ritmo dei valzer di Strauss, del Requiem di Mozart e dell’Inno alla Gioia di Beethoven, lo spettatore si ritroverà incantato ad osservare e ammirare le opere sensuali di Klimt (Giuditta e Oloferne, Il Bacio, Danae…) e i dipinti del suo allievo prediletto, Egon Schiele.
Ossessionato dal corpo, sia femminile che maschile, Schiele disegnò i suoi personaggi denudandoli e mutilandoli di ogni elemento superfluo, finanche della carne: tratteggiando volti emaciati e sguardi persi nel vuoto su tronchi scheletrici e spigolosi, l'artista fece una proiezione su tela di una macabra umanità che si avviava all'imminente fine dell’Impero austro-ungarico. Eppure, in quei ritratti apparentemente grotteschi si intravedeva una vitalità erotica di estrema potenza, una pulsione irrefrenabile: eros e thanatos, i due volti dell’inconscio. Già, quell' inconscio che iniziò ad affacciarsi agli albori del ‘Secolo breve’ con il Padre della psicoanalisi, Sigmund Freud, che attraverso il suo testo Interpretazione dei sogni – pubblicato nel 1900 – scosse una società benpensante costringendola ad aprire gli occhi sulla natura profonda dell’Io. La splendida naturalezza con cui Mally e Marelli riescono a spaziare e a collegare fatti e avvenimenti apparentemente lontani tra loro, ha dell’incredibile. Un girotondo – citando il titolo di un romanzo di Arthur Schnitzler, scrittore che si soffermò a lungo sull’artificio narrativo conosciuto come monologo interiore, e che regalò ai lettori capolavori quali Doppio Sogno, La Signorina Else e Girotondo – di personaggi danzanti che si muovono seguendo un unico filo conduttore: la potenza della psiche che esplode nel piacere, nel desiderio, nella sessualità, nell’angoscia e nella paura.
Klimt & Schiele - Eros e Psiche, nelle sale come evento speciale il 22, 23 e 24 ottobre con la sempre attenta e lungimirante Nexo Digital - che per nostra fortuna continua a dare spazio all’arte, e lo fa con prodotti di altissimo livello - è un appuntamento imperdibile per qualunque spettatore, perché oggi più che mai conoscenza e cultura sono merce preziosa, anzi, di inestimabile valore.