Juliet Naked - Tutta un'altra musica: carta suona e canta
Nick Hornby è l’autore inglese contemporaneo più cercato al telefono dalle major cinematografiche. Immaginiamo la scena: uno scaltro produttore è nel suo ufficio a spremersi le meningi sulla prossima commedia agrodolce destinata a diventare un piccolo fenomeno di cult. Quando ormai ha strizzato tutto il sugo di materia grigia possibile, gli viene improvvisamente un nome che suona né più né meno come Nick Hornby.
Wow! Perché non averci pensato prima? Sue sono opere come Febbre a 90°, Alta fedeltà, About a Boy, Non buttiamoci giù che hanno parlato al cuore degli spettatori di tutto il mondo. Bene, ora che abbiamo posato il primo inconfondibile mattone, mettiamone sopra un altro per creare una casa solida, forte e resistente. Nell’edificazione dei blockbuster da festival, questo mattone è rappresentato dalla scelta del titolo, che ricade alla fine sul romanzo Tutta un’altra musica (in lingua originale Juliet, Naked), pubblicato dalla casa editrice Riverhead Books nel settembre di un decennio fa.
Come nel libro da cui trae ispirazione, la pellicola ruota intorno a un triangolo scaleno costituito dal musicista Tucker Crowe (Ethan Hawke), dal fan nostalgico Duncan (Chris O'Dowd) e da Annie (Rose Byrne), la compagna di quest’ultimo. Duncan e Annie hanno passato così tanti anni insieme da aver coltivato l’abitudine di ingannare i propri desideri con la solita solfa di quanto sia importante avere una propria routine di coppia. Anche le voci del mondo esterno sono ricoperte da una patina di polvere, una polvere che da 25 anni nasconde nell’anonimato l’ex cantante indie rock Tucker Crowe, misteriosamente sceso giù dal palco per non farvi più ritorno. Esacerbata dall’adorazione di Duncan, la donna mette in atto la propria vendetta, stroncando online un demo inedito, recentemente balzato agli onori della cronaca. Per la meccanica di Newton, “A ogni azione, corrisponde una reazione uguale e contraria” e in effetti… Il commento velenoso fa sì che due mani inizino a pestare uno dopo l’altro i pulsanti della tastiera. Quelle dita sono attaccate alle mani di Tucker Crowe. Inizia così, un carteggio 2.0 tra il rocker maledetto e la sua detrattrice, che evolverà dal virtuale al reale quando l’artista deciderà di volare in Inghilterra.
Jesse Peretz è il regista scelto per fare da ponte tra il british lifestyle e la coloritura filosofico-esistenziale a stelle e strisce. Del resto, Peretz è prossimo alle surreali impertinenze del Peter Pan della commedia americana Judd Apatow (qui nelle vesti di produttore), ma in versione più moderata. Inoltre, l’autore del film oltre a essere un affermato regista del piccolo schermo è stato l’ex bassista dei Lemonheads: quindi, in una storia che ruota intorno alla musica, uno strumentista come orchestratore dei lavori dietro la macchina da presa non può che far bene. Infatti, la colonna sonora è ottima, impreziosita dalla voce di un magnetico Ethan Hawke, che realmente esegue i brani scritti dal suo personaggio.
Juliet, Naked - Tutta un’altra musica non sarà un film di formazione sentimentale di grande originalità, ma fa esattamente ciò che ci si aspetta da un film come questo: emozionarci.