Il suo nome è Batman. E ha un addominale in più.
Dimenticate Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney e Christian Bale e preparatevi ad una nuova, esilarante, versione del supereroe mascherato da pipistrello.
Il Batman di Chris McKay, doppiato da Claudio Santamaria e basato sull'omonimo fumetto creato da Bob Kane e Bill Finger, è vanitoso, egocentrico, sbruffone: ha la voce impostata, da duro, ma predilige le commedie romantiche come Jerry Maguire e Serendipity sebbene dichiari di non provare alcun tipo di sentimento se non la rabbia.
Scorrazza per le strade di Gotham City facendo lo “sborone” con la sua bat mobile, detesta Superman perché la gente lo preferisce a lui e ha una “relazione complicata” con Joker. E' un eroe solitario e musone che ogni sera si scalda un'aragosta nel microonde per poi guardare un film nella sua sala cinema: ma quando a una festa, distratto dalla bellezza di Barbara Gordon, nuovo commissario di polizia, adotta inavvertitamente un giovane dell'orfanotrofio dove ama dilettarsi con il suo spara gadget, le cose si complicano e per lui giunge il momento di prendersi delle responsabilità.
Se poi Joker mette in atto un piano losco con cui libera tutti i cattivi imprigionati nella zona fantasma, i guai aumentano e Batman deve rendersi conto che non può fare tutto da solo e che il gioco di squadra con la sua nuova famiglia, è l'unica arma per salvare Gotham City.
Dopo The Lego Movie, i mattoncini più famosi del pianeta tornano sul grande schermo con Lego Batman, una nuova avventura che mette in campo supereroi e cattivi di ogni epoca, genere e dimensione.
Creato appositamente per le vecchie e le nuove generazioni, il film di Chris McKay mescola infatti con arguzia citazioni cinematografiche che solo gli adulti potranno cogliere, ed altre più recenti, in primis i rimandi a Harry Potter e al Signore degli Anelli, saghe note anche ai più giovani.
L'orientamento comico del film si intuisce fin dai titoli di testa, con la voce del gradasso mascherato che commenta sigle e loghi facendo letteralmente sbellicare dalle risate grandi e piccoli, per poi proseguire con una audace descrizione di se stesso quale eroe con i muscoli enormi “ma il cervello di più”. Del resto, come ha spiegato Geppi Cucciari, che doppia la protagonista femminile, “Batman riesce a fare tutto quello che fa perché ha studiato molto, non perché ha i super poteri”. Ma come tutti i “geni, miliardari, viveur, filantropi” che si rispettino – Batman si presenta come Robert Downey Jr in Iron Man -, anche lui ha un tallone d'Achille con cui non riesce proprio a venire a patti e che lo tormenta per tutto il film.
Tra una scena d'azione, una corsa sul velivolo a forma di pipistrello e uno scontro verbale con Barbara o con il fidato maggiordomo Alfred, il film si rivela fin da subito spassoso e originale e si fa portavoce in grande stile dell'animazione più riuscita, quella in cui le prodigiose immagini – la magia dei mattoncini Lego che prendono vita non smette di stupire – si sposano con una sceneggiatura fatta di dialoghi frizzanti e divertenti, citazioni argute e commistioni estrose e accattivanti in cui al ricordo di tutti i film di Batman realizzati nel corso dei decenni, si alterna la contemporaneità del parental control con cui Alfred blocca il computer di Batman e lo mette di fronte alle sue nuove responsabilità di padre.
Non manca neanche l'accenno alle coppie gay quando il giovane orfano pensa di avere due padri, Bruce Wayne e Batman, che hanno avuto l'affidamento congiunto!
Ce n'è davvero per tutti i gusti nel film di animazione targato Warner Bros - “perché non brothers?”, i commenti del protagonista sulle iniziali sigle di produzione e distribuzione valgono la visione - e se non ci credete, sappiate solo che compaiono supereroi come Flash e Wonder Woman, cattivi del calibro di Voldemort, Godzilla, l'occhio di Sauron, King Kong, lo squalo di Spielberg e i Gremlins. Vi divertirete a riconoscerli tutti e a perdervi nei dettagli incredibilmente ricreati dal regista e dal suo team, sull'onda di indimenticabili brani tra cui Man in the mirror di Michael Jackson e Wake me up before you go go degli Wham!.
Emozionante, divertente, travolgente, ironico. E con un notevole insegnamento di fondo: “non puoi essere un eroe se pensi solo a te stesso”.