Il premio, Gassman e Proietti on the road
Se escludiamo Di padre in figlio, co-diretto insieme all’indimenticato papà Vittorio nel lontano 1982, possiamo tranquillamente attribuire la prima vera e propria esperienza dietro la macchina da presa per l’attore Alessandro Gassman a quel Razzabastarda tramite cui, trent’anni più tardi, raccontò la drammatica vicenda di un brigante rumeno migrato in Italia ed impegnato a cercare di dare al genito un’esistenza migliore della sua, consumata negli ambienti dello spaccio di cocaina e della piccola delinquenza.
Drammatica vicenda di cui fu anche interprete, come pure nel caso de Il premio, seconda prova registica, nella quale veste i panni del personal trainer Oreste, figlio del Giovanni Passamonte incarnato da Gigi Proietti che, cinico ed egocentrico autore di numerosi best seller di successo internazionale dedicatosi ad una vita esagerata con molte mogli e pargoli sparsi in giro, ma timoroso di volare, viene a sapere di aver vinto il Premio Nobel per la Letteratura.
Ed è il viaggio in automobile con partenza da Roma per andare a ritirare quest’ultimo a Stoccolma a consentire ai due di ritrovarsi insieme, affiancati sia da Rinaldo alias Rocco Papaleo che dalla Lucrezia impersonata da Anna Foglietta, rispettivamente storico assistente e figlia dello scrittore. Figlia che è anche una popolare blogger e che, di conseguenza, non manca di immortalare in continuazione tutte le loro imprese per condividere i video online con i propri followers; man mano che il percorso si rivela tempestato di imprevisti e curiosi incontri.
Perché, mentre viene osservato in maniera esilarante che un occupato in più è sempre un disoccupato in meno che s’improvvisa scrittore, non mancano un combattimento di lotta e una sequela di vecchi e nuovi tradimenti nel corso di quella che si rivela presto una commedia on the road dalle scelte tanto bizzarre quanto incomprensibili e inappropriate.
Basterebbe citare l’escursione quasi horror in casa della Greta in possesso delle fattezze della veterana Erika Blanc, tra Oscar, costosi quadri e sospensione criogenica; oppure il fatto che i protagonisti urinino non poche volte durante l’evoluzione della storia. Protagonisti, oltretutto, piuttosto odiosi e con i quali appare decisamente difficile immedesimarsi, in un noioso crescendo che, tutt’altro che capace di strappare risate e destinato a tirare in ballo anche la Matilda De Angelis di Veloce come il vento e il Marco Zitelli conosciuto in ambito musicale come Wrongonyou, non dimentica neppure la tipica gag di cattivo gusto con cane schiacciato da una vettura, funzionante nei contesti comico-demenziali a stelle e strisce, ma qui totalmente fuori luogo.
Soltanto per approdare banalmente a ribadire – su sceneggiatura dello stesso Gassman insieme a Massimiliano Bruno e Valter Lupo – che nessuno basta a se stesso e quanto sia importante la condivisione.