Il Fiume Ha Sempre Ragione

Che l’era digitale abbia spazzato via quella analogica è un dato di fatto, e se un tempo la comunicazione tra uomini avveniva a distanza ravvicinata grazie alla parola, oggi la tendenza è invece quella di cercare una sempre maggior rapidità di linguaggio a scapito del pensiero e dell’intuizione. Sì, perché è vero che l’intuizione arriva in un baleno, ma per farla deflagrare in tutta la sua potenza necessita di lunga e attenta riflessione. Nel suo splendido documentario Il Fiume Ha Sempre Ragione, Silvio Soldini presenta degli uomini straordinari, due artigiani che con il loro lavoro restituiscono la giusta importanza alla lentezza e alle parole.

Il regista milanese, camminando in punta di piedi nelle botteghe di Alberto Casiraghy e Josef Weiss, segue con discrezione e delicatezza alcuni momenti della loro vita. Il primo abita a Osnago – piccolo paese della Brianza – dove svolge un’attività che a molti potrebbe apparire obsoleta, Alberto stampa infatti aforismi e poesie utilizzando una vecchia macchina a caratteri mobili, il secondo, che vive nel Canton Ticino, ha dedicato invece la sua intera esistenza al restauro di libri antichi: due oasi di tranquillità tra le onde di un mondo in preda alla frenesia.

Con la sua invisibile presenza Soldini riesce a catturare la vera essenza dell’animo dei protagonisti. Mostrando i gesti pacati e meticolosi di questi artigiani-artisti il regista rivela infatti il loro pensiero profondo, un pensiero retto da lenti ragionamenti che, come un fiume artificialmente deviato, torna sempre al suo corso originale: già, il fiume ha sempre ragione. La tecnologia non ha bussato alle porte dei laboratori di Alberto e Josef, o forse loro non la hanno invitata ad entrare, fatto sta che accedere in quei luoghi dove anche attraverso uno schermo si sente il profumo di carta, inchiostro e colla, è un magico viaggio a ritroso nel tempo. Per 72 minuti il regista di Pane e Tulipani fa dimenticare al pubblico di possedere un cervello “globalizzato”, una rete di sinapsi che dall’equazione ‘tempo uguale denaro’ ha purtroppo edificato un monumento. La camera da presa si sofferma sulle mani e sui volti di questi anacronistici marziani mentre con estrema calma spiegano come scegliere un carattere o un filo piuttosto che un altro, e con i loro modi gentili e mai in affanno trasmettono una serenità da tempo perduta: un lieve respiro di autentica e rara beatitudine.

Il fiume ha sempre ragione è un poetico ritratto di ciò che sta inevitabilmente scomparendo, ed è per questo che si deve essere grati a Silvio Soldini. L’avere documentato l’interessante vita di persone di cui non avremmo mai saputo l’esistenza è infatti un atto fortemente necessario, perché il cinema non è soltanto intrattenimento, ma anche condivisione e presa di coscienza. Non capita spesso di uscire da una proiezione e sentirsi in pace con se stessi, eppure, assistere a quest’opera cinematografica è una vera iniezione di fiducia e felicità, e di questi tempi, bisogna ammetterlo, non fa mai male!

Festina lente (Affrettati lentamente) è un motto che Svetonio attribuì all’Imperatore Augusto. Certo, è un paradosso, ma... quanta saggezza in questa antica locuzione.