Il destino degli uomini, in onore di Luigi Rizzo

Nell'ambiente militare è un eroe ma tra i civili lo conoscono in pochi e altrettanto poche persone conoscono la sua impresa eroica. Luigi Rizzo, nato a Milazzo, cittadina in provincia di Messina che tuttora lo ricorda e lo celebra con passione costante, è stato infatti l'artefice dell'affondamento della Santo Stefano, una enorme corazzata austriaca che non pochi danni avrebbe arrecato alla flotta italiana. Affondando questa nave, Luigi Rizzo, di fatto, affondò l'Impero Austro - Ungarico e se da un lato il suo coraggio ne fece un eroe, dall'altro la sua intrepida missione ebbe pesanti ripercussioni su di lui perché, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu imprigionato per lungo tempo, senza vere e proprie accuse a pendergli sulla testa come una spada di Damocle, ma con la sola colpa di aver sconfitto la potenza avversaria che, ora, cercava una rivalsa.

A riportare in auge il nome di quello che, ad oggi, è il marinaio più decorato della storia della Marina Militare italiana, è stato il regista Leonardo Tiberi che con Il destino degli uomini chiude la trilogia sulla Grande Guerra iniziata con Fango e Gloria e Noi eravamo. Fondendo in maniera assai efficace e suggestiva il girato – realizzato in una sola settimana – e i filmati di repertorio forniti dall'Istituto Luce, il regista ha restituito al pubblico una figura tanto importante quanto poco nota, al fine di raccontare una altrettanto considerevole pagina della storia italiana.

Concentrandosi più sul personaggio che sull'azione, Tiberi ha infatti portato sullo schermo i momenti salienti della vita di Luigi Rizzo: dal suo riconoscere nel MAS – motoscafo armato silurante – un mezzo veloce e maneggevole con cui andare in missione, alla sua impresa nei pressi dell'isola di Premuda, dalla sua prigionia agli scontri con il perfido ufficiale tedesco, dal matrimonio con l'altrettanto eroica moglie Giuseppina, alla nascita dei suoi figli e alla perdita, durante la Seconda Guerra Mondiale, del figlio Giorgio.

Mediante l'uso dei flashback, il regista ha delineato la figura di un uomo coraggioso, mai sceso a compormessi, tenace ma anche dimesso. L'ammiraglio e primo conte di Grado e di Premuda infatti, dopo i trascorsi bellici, amareggiato per la prigionia subita e desideroso di dedicarsi finalmente alla famiglia e al suo hobby preferito, la pesca, tornò nella cara cittadina di origine dove oggi, affacciato verso il mare, spicca un monumento che lo ritrae pronto all'azione.

Alla splendida fotografia e all'ottima interpretazione di Andrea Sartoretti, Marta Zoffoli, Rike Schmidt e Ralph Palka, si uniscono l'accurata ricostruzione di ambienti e costumi dell'epoca ed il valore aggiunto dei materiali originali che, per l'occasione, sono stati ritoccati con la tecnica della colorizzazione, tramite la quale si apporta il colore alle immagini in bianco e nero per cercare di raggiungere, come ha detto lo stesso regista, un pubblico più vasto. Il risultato è strabiliante e restituisce, nel bene e nel male, un periodo tanto lontano quanto oscuro e coinvolgente al tempo stesso.

Il docu-film di Tiberi è stato proiettato ad Ancona, il cui porto è stato teatro della spedizione di Luigi Rizzo, e sarà presentato anche nella cittadina di origine dove risiedono alcuni discendenti dello stesso ammiraglio. A Roma sarà possibile vederlo presso il multisala Barberini e ci si augura che abbia la distribuzione e il riconoscimento che merita perché è un film realizzato con un piccolo budget ma con una dedizione ed un impegno grandissimi.

L'invito a sostenere il cinema italiano in tutte le sue forme è sempre valido, ancor più se porta a riscoprire una pagina ed un personaggio valoroso della nostra storia.

Per scoprire in quali sale sarà proiettato clicca qui