Il crimine non va in pensione, brillante commedia stile anni Sessanta

Per Edda, Maria, Michele, Cesare, Romeo, Teresa ed Ersilia, ospiti della Casa di Riposo ‘La Serenissima’, i giorni trascorrono tutti uguali tra partite a carte e cruciverba, ma quando Edda perderà tutti i risparmi di una vita, i suoi arzilli amici, per aiutarla, organizzeranno un furto ai danni di una sala Bingo... A distanza di poco più di un mese dall’uscita nelle nostre sale del lungometraggio americano Insospettabili Sospetti, arriva sul grande schermo un altro film che propone come protagonisti una combriccola di pensionati pronti a sfidare la legge: Il crimine non va in pensione, opera prima a firma interamente nostrana che vede Fabio Fulco nella duplice veste di attore e regista. Contrariamente alle non troppo alte aspettative, il lavoro del bel napoletano noto al pubblico soprattutto per la sua partecipazione a fiction televisive di successo - Orgoglio, Incantesimo -, nonostante sia imperfetto è una piacevole sorpresa in positivo sotto molti aspetti.

Avvalendosi di un cast d’eccezione (Stefania Sandrelli, Ivano Marescotti, Gianfranco D'Angelo, Franco Nero, Orso Maria Guerrini, Maurizio Mattioli, Salvatore Misticone, Giacomo Piperno, Rosaria D'Urso, Silvana Bosi e la compianta Gisella Sofio), Fulco riesce a realizzare un film corale che richiama alla mente la commedia italiana anni Cinquanta-Sessanta, dove attraverso la comicità venivano mostrati pregi e difetti del Belpaese e dei suoi abitanti. Il regista - che ha qui voluto lanciare un grido di speranza, amore e giustizia verso quei tanti ‘diversamente giovani’ sempre più emarginati da una società 2.0 in cui faticano sia a riconoscersi che ad essere riconosciuti - toccando in chiave comica temi seri come la ludopatia, la solitudine e la crisi economica mette in scena il riscatto sociale di chi, a dispetto dell’età anagrafica, trattiene in sé una gran voglia di vivere. E poco importa se le rocambolesche avventure della banda over 70 appariranno del tutto inverosimili, o se alcuni dialoghi e battute suoneranno a tratti forzatamente innaturali, perché l’atmosfera solare, leggera, intrisa di profonda umanità e tenerezza aiuterà lo spettatore a chiudere un occhio sulla debolezza di una sceneggiatura non del tutto compiuta.

Sfruttando a meraviglia le cadenze dialettali dei suoi attori, Fulco gioca la carta vincente dell’alternanza tra humor romano e napoletano, dando vita a personaggi tanto paradossali quanto divertenti. Grazie a questa comicità genuina, avulsa da ogni tipo di volgarità e incentrata sulla caratterizzazione dei protagonisti, l’attore-cineasta dimostra come sia ancora possibile far ridere e al tempo stesso far riflettere il pubblico, senza scadere nel fin troppo abusato trash. Ed è in quest’ottica che andrebbero apprezzati quei richiami cinematografici che nell’opera abbondano: I Soliti Ignoti, capolavoro di Monicelli del 1958, e La banda degli onesti di Camillo Mastrocinque. Trovandosi a osservare Maurizio Mattioli nelle vesti di Barabba, esperto scassinatore di casseforti, e Salvatore Misticone in quelle di Donato, elegante gay ottantenne a cui, presentandosi il giorno della rapina abbigliato in modo improbabile verrà chiesto “Ma come ti sei vestito?”, non si dovrà quindi commettere l’errore di pensare a sterili ‘copiature’, bensì ad affettuosi omaggi a quel modo di ‘fare cinema' ormai scomparso.

Il crimine non va in pensione uscirà in circa 80 copie con la Stemo Production, e la bella novità è che l’ingresso nelle sale sarà gratuito tanto a chi avrà varcato la soglia dei 70 anni quanto agli eventuali accompagnatori under 20. Nonni e nipoti, siete dunque avvisati… dal 15 Giugno tutti al cinema!

(foto: Giacomo Nicita)