Il Codice Criminale di Fassbender, Gleeson e del clan Cutler
La Johnson gang fu una banda di fuorilegge inglesi che nell’arco di 20 anni, dal 1985 circa, mise a segno centinaia di furti nella zona di Cheltenham, Gloucestershire. Il clan – composto da Ricky Johnson, i figli Richard "Chad" e Albi, nonché il nipote Daniel – era specializzato in furti di opere d’arte e oggetti d’antiquariato all’interno di case di campagna, rapine a danni di negozi e bancomat e commercio di metalli rubati. La popolarità raggiunta da quel gruppo di malviventi toccò vette così alte che sul loro bizzarro stile di vita nel 2005 la BBC realizzò il documentario Country Strife: Summer with the Johnsons. Oggi, a distanza di più di un decennio da quel lavoro televisivo la Johnson Family diventa fonte d’ispirazione per Codice Criminale, riuscito lungometraggio d’esordio di Adam Smith che vede protagonisti Brendan Gleeson e Michael Fassbender: il duo delle meraviglie!
Trespass Against Us, titolo originale decisamente più calzante di quello italiano, racconta la storia dei Cutler, una famiglia allargata di criminali che abita in roulotte e vive ai margini della società. Patriarca indiscusso del clan è Colby Cutler, uomo autoritario, egoista, fortemente religioso e analfabeta, come analfabeta è anche il figlio Chad che però, al contrario del padre, sente l’esigenza di offrire un futuro diverso ai propri figli, Tyson e Mimi…
In ogni famiglia può esservi una pecora nera: un bambino che al lavoro in miniera preferisce la danza, una fanciulla adolescente che ignora le tradizioni induiste per concentrarsi sullo sport del calcio o, come in questo caso, Chad, figlio testardo che vorrebbe spezzare la stretta catena ereditaria fatta di ignoranza, sopraffazione e nomadismo. Codice Criminale non è quindi un semplice action movie dove rapine, inseguimenti e scazzottate si susseguono senza tregua, anzi, il film di Smith si concentra sul difficile rapporto padre-figlio, sul precario equilibrio di complesse dinamiche familiari destinate a mutare e sull’emarginazione. Coadiuvato dalla solida sceneggiatura di Alastair Siddons, dall’ottima fotografia di Edu Grau e dalla colonna sonora a firma dei The Chemical Brothers – dei quali Smith, oltre ad aver diretto l’acclamato concert-film The Chemical Brothers, Don’t Think ha curato numerosi videoclips – nonostante la prevedibilità della storia e un finale che rischia di affondare l’intera pellicola, il filmmaker inglese porta sul grande schermo un prodotto interessante e pienamente godibile: un’opera non perfetta ma adatta ad ogni tipo di spettatore.
E’ innegabile che la carta vincente di Codice Criminale sia la presenza di Michael Fassbender e Brendan Gleeson. Sì, perché se il primo si dimostra ancora una volta un attore estremamente versatile, qui capace di trasmettere il senso di uomo deciso a redimersi e al contempo vulnerabile, il secondo appare in pieno stato di grazia… ma quando non lo è stato? In realtà l'intero cast è impeccabile, a partire dal piccolo Georgie Smith (Tyson) fino ad arrivare a Sean Harris (Gordon Bennet, giovane mentalmente malato di cui Colby si prende amorevolmente cura) e a Lyndsey Marshal, magnifica interprete di Kelly Cutler, moglie di Chad.
“Forgive us our trespasses as we forgive those who trespass against us”.... già, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.