Il bambino nascosto: un grande esempio di cinema italiano
Presentato alla 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, Il bambino nascosto di Roberto Andò approda al cinema il 4 novembre 2021. Tratto dall'omonimo romanzo dello stesso regista - che lo ha sceneggiato insieme a Franco Marcoaldi - il film narra le vicende del Professor Gabriele Santoro (Silvio Orlando), insegnante di pianoforte solitario e riservato, e dell'incontro che cambierà per sempre la sua esistenza.
Il giorno in cui si ritrova in casa Ciro (Giuseppe Pirozzi), figlio dei suoi vicini d'appartamento, scappato dopo aver assistito a un crimine, l'uomo dovrà decidere quale strada imboccare. Cacciarlo, che equivarrebbe a consegnarlo nelle mani di chi lo cerca o tenerlo al sicuro, nascondendolo in casa sua. Ovviamente - come indicato dal titolo - Gabriele sceglierà questa opzione, innescando una serie di reazioni a catena, dall'esito incerto e imprevedibile.
Andò mette in scena una storia semplice, senza alcun tipo di pretesa, ma dall'enorme potenziale emotivo. Il rapporto che viene a stabilirsi tra Gabriele e Ciro, in maniera naturale e inevitabile, conduce la narrazione a un livello successivo.
Tante sono le emozioni che si è chiamati a provare, dalla paura alla gioia, dal dolore alla meraviglia. Immersi in questo universo fittizio ma realistico, dove davvero basta un attimo, una fatalità, per finire vittima di un gruppo di spietati criminali, seguiamo le vicende di Ciro come fossimo accanto a lui.
Se a fare la forza del progetto è quindi la costruzione del legame tra l'adulto e il ragazzino, al tempo stesso va osservato quanto reciproco sia l'aiuto che uno dà all'altro. I due protagonisti cambiano, ed è necessario che lo facciano, prima per poter imparare a convivere, poi per sopravvivere. È così che Gabriele sembra riscoprire un'umanità troppo a lungo accantonata, vedendo nello sguardo e nei gesti di Ciro qualcosa di puro, che merita di essere salvaguardato. Dal canto suo, il ragazzino è costretto a crescere più in fretta del dovuto, ad assumersi responsabilità ingombranti, mantenendo però sempre vivi la curiosità e il desiderio di conoscere.
Bravissimi in tal senso gli attori, a partire da Orlando - magistrale anche nel recente Ariaferma - e dal giovane Pirozzi, che rendono bene l'idea di un rapporto fatto di mattoncini, messi insieme un poco alla volta. Lino Musella è uno splendido villain, con quel suo sguardo dolce e ambiguo che confonde e attrae.
Una Napoli tra le più suggestive, sebbene siano prediletti gli ambienti al chiuso, garantisce una cornice perfettamente in tono con il racconto, al quale dona poesia e tragicità. Maurizio Calvesi corona il tutto con una fotografia soffusa, raffinata, potente.
Con gli occhi e con il cuore dentro la storia, viviamo al fianco dei personaggi, lasciandoci trascinare dalle sensazioni, fino a quando arriverà il momento della verità. E le riflessioni, su ciò che compiono Gabriele e Ciro sullo schermo, avranno forse ripercussioni anche nelle azioni e nella vita di tutti i giorni.
Il bambino nascosto è senza alcun dubbio una delle proposte più interessanti, riuscite e apprezzabili, provenienti dalla Mostra del Cinema. Un grande esempio di cinema italiano.