Idila
Già prima dei titoli di testa facciamo conoscenza con la modella non professionista Zina alias Nina Ivanisin, la quale, dopo una notte di baldoria, parte per un servizio fotografico in mezzo alla natura affiancata dall’ambiziosa Mia, dall’apatica Dragica e dal fotografo snob Blictz, rispettivamente interpretati da Nika Rozman, Manca Ogorevc e Sebastian Cavazza.
Il semplice pretesto che basta allo sloveno classe 1974 Tomaz Gorkic – proveniente dall’universo degli short – per mettere in piedi attraverso il suo lungometraggio d’esordio un horror che, nel conferire inquietudine a cominciare dall’incontro delle protagoniste con alcune grottesche figure del posto, si rifà in maniera evidente ai consolidati modelli d’oltreoceano.
Non a caso, se i disgustosi individui destinati presto ad entrare in scena per imprigionarle e sottoporle a sadiche torture sembrano usciti direttamente dalla mostruosa combriccola della serie Wrong turn, la struttura della oltre ora e venti di visione non può fare a meno di richiamare alla memoria quella tipica, imitatissima del super classico Non aprite quella porta di Tobe Hooper.
Perché, mentre la tensione sale contemporaneamente all’attesa di sapere quali dolorosi supplizi verranno inflitti alle povere malcapitate, senza risparmiare decapitazioni e crani sfondati a colpi d’ascia il feroce insieme sfocia in una seconda parte unicamente basata sulla sofferta, lunga fuga nel bosco attuata da chi è riuscito a sopravvivere al massacro.
Fino al tutt’altro che consolatorio – e, se vogliamo, cinicamente ironico – epilogo di un’operazione destinata a rivelarsi nient’altro che un esercizio di stile che, mirato ad affrontare allegoricamente gli eterni conflitti tra la Slovenia rurale e quella urbanizzata, pur non risultando esente da difetti di sceneggiatura e manifestando un sapore di già visto testimonia, ancora una volta, come soltanto nell’Italia d’inizio XXI secolo nessuno si mostri più capace di concepire film dell’orrore dal sapore internazionale.
Con qualche premio conquistato in giro per festival e un’ultima sorpresa posta dopo titoli di coda.