I profumi di Madame Walberg, adorabile storia di un incontro-scontro a suon di essenze
È tempo di tornare finalmente in sala dopo mesi di astinenza. E il delizioso I profumi di madame Walberg, di Grégory Magne, con Emmanuelle Devos e Grégory Montel, è senza dubbio un modo frizzante e piacevole per rientrare nei cinema, sedersi sulle tanto agognate poltrone e avvertire quel sospirato senso di curiosità e aspettativa che anticipa i titoli di testa.
Come ogni commedia francese che si rispetti, quella di Magne fa leva su una sceneggiatura – scritta da lui stesso – solida, su dialoghi briosi e su un accompagnamento musicale che sottolinea di volta in volta l'ironia di certe sequenze e la malinconia di altre.
La storia è molto interessante perché parla di un naso, ovvero di colui o colei che svolge un mestiere sconosciuto ai più: non tutti, infatti, conoscono il lavoro che c'è dietro ai profumi che uomini e donne indossano quotidianamente. Non tutti conoscono l'atteggiamento di chi ha fatto di una piccola parte del proprio corpo, la propria fonte di guadagno. Nel film è egregiamente delineato il mestiere in sé, con tutti i suoi alambicchi, le ore passate ad annusare boccette e i quaderni degli appunti, ma viene anche esaltato uno dei cinque sensi, ovvero l'olfatto, protagonista indiscusso di un'esperienza, la memoria olfattiva, che tutti, prima o poi, abbiamo sicuramente provato e che in questo film gioca un ruolo fondamentale per entrambi gli interpreti. Non solo: intorno alla figura del naso, qui incarnata da una donna, ruota l'intera narrazione.
Chi crea essenze ha un dono che risiede nelle proprie narici, le quali vanno accuratamente protette con una sciarpa o evitando ambienti saturi di fumo, ad esempio. Chi crea essenze riesce infatti a captare odori spesso impercettibili e prova fastidio per quelli spiacevoli, che la gente comune non sembra neanche avvertire. Chi crea essenze può addirittura portarsi da casa le lenzuola perché quelle degli hotel hanno un odore sgradito.
Messa così, potrà sembrare che i nasi siano dei bei rompiscatole ma ammettetelo: in tanti, anche solo una volta nella vostra vita, avrete speso dai 70 ai 150 euro per un profumo e, se il risultato di quelli che di primo acchito possono sembrare capricci, è un prodotto che vi fa sentire bene, belli, sensuali o altro, tutti i vezzi passeranno in secondo piano.
La protagonista, Anne Walberg, è proprio così: una donna con mille manie, fredda, scostante, ermetica, spesso anche maleducata e ingrata. Il suo del resto, come spiega la stessa Emmanuelle Devos in una scena, è un lavoro di nicchia e di élite, in cui il minimo errore può costare caro: in cui dall'essere un naso per la Maison Dior, si può finire a cercare di coprire gli odori di una fabbrica, in un piccolo sobborgo di provincia.
Quello che le serve, giunta a questo punto della propria esistenza, intorno alla quale ha alzato una impenetrabile barricata, sembra essere proprio un autista schietto, che non le manda a dire, come si suol dire a Roma. Uno che le risponda per le rime e che, pian piano, faccia breccia nel suo cuore indurito. Non aspettatevi tuttavia i soliti cliché á la Il mio migliore incubo, in cui una borghese snob incontrava un rozzo operaio e scattava la scintilla: il film vira infatti verso un finale assolutamente non scontato, in linea con la struttura della sceneggiatura che risulta fin da subito realistica, accattivante, attuale e illuminante.
Tra frecciate, battutine al vetriolo, la fedele ricostruzione di un mestiere ancora poco conosciuto – il confronto personale avuto con il naso Paola Bottai è stato, a questo proposito, immensamente esplicativo – e soprattutto l'interpretazione dei due protagonisti, quello maschile fortemente voluto dal regista che ha scritto il ruolo appositamente per lui, il film conquista fin dalla prima inquadratura e regala un'ora e quaranta di puro, godibile intrattenimento, affrontando non solo il tema della creazione delle essenze ma anche quello così attuale e sfaccettato del lavoro e delle difficoltà ad esso legate, dei problemi economici conseguenti ad un divorzio, dei complessi rapporti familiari ed interpersonali. Tutti questi aspetti della vita di Anne e Guillaume vengono mescolati con grazia, arguzia e con il tipico tocco ironico made in France. Il risultato è una fragranza delicata ed esplosiva al tempo stesso, raffinata e goliardica. E' un gioco di opposti che si attraggono che vi conquisterà.