I coniugi ‘Loving’ tra amore e razzismo

Nell’America dei nostri giorni i matrimoni misti sono ormai uno su otto, il triplo di quanti fossero nel 1967, anno in cui la Corte Suprema abolì la legge costituzionale che impediva a persone di razza diversa di sposarsi tra loro. Quella terribile norma, in vigore fin dai tempi della schiavitù, venne abrogata grazie al famoso caso giudiziario “Loving contro lo Stato della Virginia”, che vide come protagonisti Mildred Jeter, nera, e Richard Loving, bianco, convolati a nozze in Columbia nel 1958. Apprezzato regista di numerosi film quali Take Shelter, Mud e Midnight Special, nel ripercorrere la vera storia di quella coppia Jeff Nichols realizza un’opera dall’impianto classico e, forse proprio per questo, decisamente ben riuscita.

Il gran pregio di Loving, che si potrebbe considerare quasi come un “anti Selma”, è quello di non cadere mai nei cliché tipici dei film incentrati sul razzismo. Qui la lotta per i diritti civili è infatti raccontata dal regista senza bisogno di ricorrere alla drammaticità a tutti i costi: non si assiste a linciaggi da parte del Ku Klux Klan, non si ascolta mai la parola ‘negro’, non si osservano sequenze di violenza ad effetto. Questa struttura narrativa, in cui Nichols sembra non spingere mai il pedale dell’acceleratore, se da un lato determina una scelta stilistica pressoché vincente, dall’altro espone però il film al rischio di risultare eccessivamente misurato nella raffigurazione dell’ingiustizia sociale. Ma il filmmaker statunitense non intendeva mostrare gli orrori a cui andarono incontro i tanti uomini e donne di colore di quell’epoca, né tantomeno voleva costruire una pellicola di carattere legale: ciò a cui aspirava era narrare un dramma umano attraverso l’intimità di chi quel dramma lo aveva vissuto. Obiettivo raggiunto? Assolutamente sì.

Nichols, che non soltanto dimostra l’abilità di schivare la ricerca di lacrime facili, evitando di trasformare Loving in uno dei triti e ritriti polpettoni visti negli ultimi tempi, riesce anche a convertire la quotidianità dei due sposini nella rappresentazione della sofferenza stessa. Focalizzando lo sguardo più sulle persone che sulle circostanze, il regista di Little Rock rende inoltre omaggio sia alla forza dell’amore, che all’importanza della lotta per un futuro migliore senza per questo snaturare la propria essenza. Già, perché i personaggi di Richard e Mildred non sono mai tratteggiati come eroi, bensì come pacati e sinceri esseri umani che, nonostante le avversità, continuano a rimanere se stessi. Nata nel 1982 ad Addis Abeba e naturalizzata irlandese, Ruth Negga - meritatamente candidata all’Oscar poi conquistato da Emma Stone -, incarna alla perfezione la figura di Mildred, donna coraggiosa, determinata e di infinita dolcezza, così come l’australiano Joel Edgerton nei panni di Richard, silenzioso e instancabile lavoratore che dedica l'intera vita alla moglie, conferma di possedere quel talento già dimostrato nei suoi precedenti lavori.

Non sempre il termine ‘classico’ è sinonimo di ‘convenzionale’, e Loving ne è la pura dimostrazione.