Hell or high water

Bellissimo, struggente, attuale come non mai. Umanamente parlando, perché racconta la storia di due fratelli, uniti dalla povertà, dalla ricerca di rivalsa, da traumi familiari apparentemente insanabili e dall'estremo sacrificio di uno dei due.
Storicamente e sociologicamente, perché all'avventura di Toby e Tan, rispettivamente interpretati dai bravissimi Chris Pine e Ben Foster, fa da sfondo la drammatica situazione economica in cui versa la provincia americana, quella di cui leggiamo poco o nulla e che qui ci viene brutalmente sbattuta in faccia.

Per tutta la durata del nuovo film di David Mackenzie, compaiono infatti cartelli pubblicitari di prestiti garantiti o estinzione rapida dei debiti, di case e terreni in vendita. E soprattutto la storia di Tan (Ben Foster) è intrisa di disperazione, quella che ti fa compiere gesti folli e liberatori perché, tutto sommato, non c'è più nulla da perdere.
Hell or high water racconta infatti la storia di due fratelli, uno divorziato con due figli e l'altro appena uscito dopo dieci anni di carcere, che compiono rapine nelle piccole banche di provincia per mettere da parte i soldi necessari a salvare il ranch di famiglia, già ipotecato per curare la madre malata.
Sulle loro tracce si mette un ranger ormai prossimo alla pensione, un ottimo Jeff Bridges in veste sarcastica, che lancia continue e spassose frecciatine al collega cattolico e di origine messicane interpretato da Gil Birmingham, noto per aver interpretato il padre di Jacob nella Twilight Saga. Per altro, piccola curiosità, sua moglie nel film si chiama Esme, come la mamma vampira della stessa saga.

Come quella del film The Accountant, anche la sceneggiatura di Taylor Sheridan è finita nella Black List delle migliori ancora non realizzate e il caso vuole che entrambi i film da esse tratti siano stati presentati, a distanza di un giorno l'uno dall'altro, all'Undicesima Festa del Cinema di Roma.

Ambientato in Texas, ma girato principalmente in New Mexico, il film di David Mackenzie affronta, seppure velatamente, anche la spinosa tematica legata al facile possesso di armi, con un paio di sequenze in cui cittadini armati intervengono in maniera audace e del tutto sconsiderata.

Accompagnato dalla splendida colonna sonora originale - composta niente meno che da Nick Cave e Warren Ellis - che con brani languidi e nostalgici scandisce le vicende, Hell or high water è prodotto dal colosso Netflix ed è stato presentato al Festival di Cannes 2016, dove ha ottenuto notevoli consensi sia di pubblico che di critica.

Film ruvido, autentico, emozionante: che apre uno squarcio sulla realtà odierna raccontandola dalla parte dei deboli e sì, anche dei folli come Tan che tuttavia non riusciamo a non apprezzare. Il fulcro della narrazione è infatti il rapporto tra i due fratelli: unico, indissolubile, fatto di giochi e risate mentre intorno a loro il giorno lascia il posto alla sera, di protezione vicendevole, di riflessioni sui figli di Toby e su come assicurare loro un futuro.

Non è un caso che la sceneggiatura sia finita nella Black List delle migliori: Hell or high water, detto che in lingua originale vuole intendere “fai tutto ciò che deve esser fatto senza tener conto delle circostanze”, vanta ottimi dialoghi, profonde caratterizzazioni dei personaggi e un acme drammatico che arriva a poco a poco, trascinando lo spettatore fin nel cuore della vicenda e facendolo immedesimare con tutti i protagonisti, nessuno escluso.

Ben Foster dovrebbe essere il duro e lo sconsiderato di turno ma nasconde un sincero affetto e una profonda ammirazione per il fratello. Jeff Bridges, con la parlata texana e le guance gonfie un po' come Marlon Brando nel Padrino, è intuitivo e burbero ma rimane comicamente spiazzato di fronte all'anziana cameriera sboccata e prepotente. Chris Pine infine, è il buono, quello riflessivo, ma non esita a prendere sonoramente a pugni chi ha osato minacciare suo fratello e rischia tutto per i suoi figli.

Tra praterie sconfinate, pompe del petrolio che oscillano pigramente, un cielo che sembra sovrastare il destino dei protagonisti, la splendida fotografia si unisce alla schiera di caratteristiche che fanno di Hell or high water un film bellissimo: un moderno, nostalgico western da non perdere per nessun motivo.