Gramigna. Sebastiano Rizzo narra la vera storia di Luigi Di Cicco: riscattarsi dalla camorra è possibile
Più o meno tutti sanno che la gramigna - pianta fortemente infestante la cui proliferazione rovina le colture che si sviluppano al suo intorno - è estremamente difficile da sradicare: un’erba ‘marcia’ indomabile e dannosamente contagiosa. Il regista-attore Sebastiano Rizzo, al suo secondo lungometraggio dopo Nomi e cognomi, in Gramigna – Volevo una vita normale racconta la vera vicenda di Luigi Di Cicco, figlio di Diego, uno dei più pericolosi boss della malavita campana, che nonostante sia cresciuto circondato da ‘arbusti nocivi’ è riuscito a non farsi infettare dal pericoloso germe della delinquenza.
Tratto dall’omonimo libro scritto dallo stesso Di Cicco insieme al noto giornalista Rai Michele Cucuzza, il film di Rizzo si discosta nettamente dalle tante produzioni a tema mafioso viste ultimamente sia in TV che al cinema. Sì, perché il cineasta non incentra il suo lavoro sulla violenza, anzi, quella da lui mostrata in Gramigna è una storia positiva dove il riscatto dalla camorra appare una via possibile anche per chi dentro quel putrido sistema è nato. Assistendo alla proiezione di quest’opera di grande valore socio-culturale, gli spettatori osserveranno la lotta contro la morsa della criminalità che il protagonista ha dovuto quotidianamente combattere, una guerra interiore fatta di dubbi e incertezze scandita dalle perentorie parole materne: “Tu non devi diventare come tuo padre”. Un padre, quello di Luigi, condannato all’ergastolo; un genitore che sta scontando la pena in galera e che ha segnato per sempre le esistenze dei suoi familiari.
I numerosi flashback che portano il pubblico avanti e indietro nel tempo, pur trasformandosi in ‘amabile confusione’ non recheranno alcun intoppo alla fluidità narrativa dell'opera. Così come piccole sbavature quali alcune ‘leggerezze’ di sceneggiatura, oltre a un taglio di stampo televisivo e a una colonna sonora troppo enfatica - che potrebbero minare la visione del film - verranno invece dagli spettatori accantonate dinnanzi all’importante e sacrosanto messaggio lanciato da Rizzo: il seme del male può essere estirpato. Notevole è stata poi la scelta dell’intero cast, con il magistrato Nicola Graziano che come Ernesto Mahieux interpreta un detenuto, il talentuoso Gianluca Di Gennaro nei panni di Luigi, Biagio Izzo nelle inedite vesti del boss Diego, Enrico Lo Verso nel ruolo dell’insegnante dai sani principi, e la brava Teresa Saponangelo nella parte della madre di Luigi, tutti promossi a pieni voti. Prodotto dalla Klanmovie Production - casa cinematografica indipendente campana - e sostenuto da Unicef Italia, Gramigna uscirà nelle sale il 23 Novembre e dal 27 sarà proiettato in numerose Scuole Superiori di tutto il territorio.
Confidando in una prossima serie Tv - questa la notizia che circola nei corridoi degli addetti ai lavori - ci auguriamo che il ‘progetto Gramigna’ abbia lunga vita: i giovani hanno bisogno anche di storie con risvolti positivi, e quella di Luigi Di Cicco narrata da Rizzo lo è… eccome se lo è!