Gauguin a Tahiti – Il paradiso perduto, il pittore francese in cerca di sé

In arrivo sul grande schermo (25, 26 e 27 marzo con Nexo Digital) come nuovo appuntamento del progetto della Grande Arte al Cinema, Gauguin a Tahiti. Il paradiso perduto. Un viaggio dedicato all’artista che lasciò tutto per seguire la sua ispirazione primitiva e reinventare completamente la pittura occidentale. Signore e Signori, ecco a voi Paul Gauguin (1848-1903).

Sceneggiato da Matteo Moneta, l’interessante documentario a firma Claudio Poli ripercorre la vita e i luoghi che trasformarono un semplice commesso di un'agenzia di cambio nel grande pittore considerato oggi tra i maggiori interpreti del post-impressionismo. Accompagneranno il pubblico in questo cammino di riscoperta delle opere e dell'esistenza di Gauguin i tanti interventi di esperti internazionali, quali: Mary Morton, curatrice alla National Gallery of Art di Washington, Gloria Groom, curatrice all’Art Institute di Chicago, Judy Sund, docente alla New York City University, Belinda Thomson, massima esperta di Gauguin, David Haziot, autore della più aggiornata e accreditata biografia sull’artista francese. Gli spettatori, grazie anche alle numerose tele qui mostrate, potranno comprendere la vera essenza di colui che preferì allontanarsi dal proprio stile di vita etico e borghese per rifugiarsi in quel mondo solitario che aveva cercato con tanta determinazione, certo di ritrovare lì quella parte di sé ancora nascosta.

Lasciata la rumorosa Parigi e i suoi caotici Champs Elisées, oltre che la moglie e i 5 figli, dopo una sosta sull’aspra, ruvida e bellissima costa bretone dove dipinse alcuni tra i suoi capolavori - il Cristo Giallo e La visione dopo il sermone -, a 43 anni Gauguin arriva a Papeete. Resosi però immediatamente conto che quel posto somigliava troppo a ciò da cui era appena fuggito, a quei tempi Papeete era infatti una colonia francese, si trasferì prima a Punaauia e poi a Mataea. Immerso nella natura selvaggia, Gauguin inizierà a distaccarsi dalle pennellate frammentarie dei suoi colleghi impressionisti per giungere a un cromatismo nuovo, dando vita così a una pittura più intensa sul piano espressivo. I colori accesi e il simbolismo presente nelle sue tele, come nei meravigliosi Ta matete, La orana Maria, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, E l'oro dei loro corpi, fanno da contorno alla narrazione di Adriano Giannini che, con voce calda e appassionata, legge alcuni brani tratti da Noa Noa, diario polinesiano scritto da Gauguin.

La colonna sonora, composta per l’occasione dal musicista Remo Anzovino, affianca a perfezione il racconto dedicato a quest’uomo in fuga dalla frenesia dell’Occidente: un uomo che morì in solitudine e povertà in quel paradiso dei Mari del Sud.