FRANNY
FRANNY
Le vacanze di Natale si avvicinano e, tra un tripudio di “cinepanettoni” e un brulicare di produzioni hollywoodiane, le sale cinematografiche italiane si preparano al lieto evento. Ma, se sfogliamo con certosina attenzione il menù filmico natalizio, ecco che intravediamo una deliziosa strenna: Franny.
Franny è Richard Gere, e non solo perché è il soprannome del personaggio che lui interpreta, no, l’intero film è Richard Gere! Ma sì, diamo a Cesare ciò che è di Cesare. Culinariamente parlando, senza l’ufficiale gentiluomo, l’opera prima di Andrew Renzi sarebbe tristemente rimasta nascosta tra un candito e un’uvetta. D’altronde si dice… gallina vecchia fa buon brodo! Che blasfemia, vogliamo paragonare il sex symbol degli anni ’80-’90-2000-2010 (prima o poi decadrà anche lui, ma anche no) a una gallina? non scherziamo. Mi sembra più appropriato il detto: è come il vino, invecchiando migliora. Già, nonostante le palpebre calate - sia lode a lui e alla non chirurgia plastica – l’uomo davanti all’armadio, che fece sognare milioni di donne in “American Gigolò”, è tornato più carismatico che mai.
Il giovane regista americano, in questo film indipendente a basso costo, ci parla di redenzione e perdono, dipendenza e rinascita. Francis Watts, detto Franny, è un ricco scapolo filantropo di 60 anni tormentato dal suo passato e dai suoi demoni interiori, un uomo ossessionato dai sensi di colpa che vive da tempo chiuso nella sua gabbia dorata. Quando Olivia, la figlia dei suoi migliori amici deceduti in un incidente d’auto, gli annuncia di voler rientrare a Filadelfia insieme al marito, Franny si sente nuovamente pronto a vivere.
Andrew Renzi riesce a catturare fin da subito il pubblico in sala, e lo fa mostrandoci un Franny/Gere grasso, canuto, trasandato, claudicante e, ciliegina sulla torta, con indosso un paio d’occhiali tenuti insieme da un cerotto: un nascosto richiamo all’immenso Ernest Hemingway. Il protagonista di Franny, tratteggiato con innumerevoli sfumature, proprio come i caldi colori autunnali della east coast statunitense, è un caleidoscopio di contraddizioni: Eros e Thanatos allo stato puro. Ogni spettatore in sala, senza esclusioni di genere, si innamorerà istantaneamente di questo moderno antieroe, un milionario assillato dalla sua smania d’amore in lotta perenne con se stesso. Renzi (concedetemi il lusso di non scriverne il nome, avrete ormai capito che nulla ha a che fare con il “rottamatore” nostrano!) è riuscito a popolare il film di personaggi a tutto tondo. A partire da Olivia - ma Dakota Fanning è già in età da marito? Come vola il tempo! - e dal di lei consorte Luke, quel Theo James memorizzato da noi donne solo per un famoso spot di un profumo (e le sfiderei tutte a ricordarsi della marca e non di “altro”!), fino a giungere a Franny, l’enigmatico nababbo tutto da scoprire.
Per concludere, siete stufi dei soliti pandori e panettoni? Il Natale 2015 ha in serbo una sorpresa per tutti i gusti: Franny, alias Richard Gere, come mai lo avete visto.