Frammenti dal passato – Reminiscence: quando “la nostalgia è uno stile di vita”

In sala dal 26 agosto 2021, distribuito da Warner Bros., Frammenti dal passato - Reminiscence è l'opera d'esordio di Lisa Joy, che ne ha curato la regia e la sceneggiatura, ispirandosi in parte a quella che è la sua esperienza personale e in parte al mito di Euridice e Orfeo.

In una Miami del futuro, quasi completamente sommersa dalle acque a causa del surriscaldamento climatico, un veterano lavora con i ricordi delle persone: i suoi clienti gli chiedono infatti di rivivere emozioni, momenti o particolari della loro passata esistenza. Non solo eventi di notevole importanza, ma anche gesti di natura comune. Nick Bannister (Hugh Jackman), insieme alla collega Emily "Watts" Sanders (Thandiwe Newton), hanno messo su un business di tutto rispetto, a cui si rivolgono in tanti. Che siano ex combattenti come loro, incapaci di andare avanti e feriti dentro e fuori, o giovani donne, vittime di un desiderio ormai andato. Quando però alla loro porta bussa la bella e misteriosa Mae (Rebecca Ferguson), Nick se ne invaghisce e inizia con lei una relazione che sconvolgerà ogni cosa. Tutto ciò che conosce e in cui ha sempre creduto vacilla, portandolo a un passo dal delirio e facendolo allontanare da Watts.

Lo script, che ha impegnato a lungo la Joy, appare ricco di suggestioni, contenuti e tematiche. Ma sarebbe forse servita una maggiore padronanza del mezzo al fine di rendere loro giustizia. La pellicola appare un po' confusionaria, motivo per cui sul finale viene ritenuto necessario il cosiddetto “spiegone”, che non è mai una scelta vincente.

Nonostante ciò, Frammenti dal passato – Reminiscence mette in scena una serie di elementi più che apprezzabili e spettacolari, in special modo a livello visivo/stilistico. Il che lo cataloga tra quei titoli che necessitano assolutamente una visione cinematografica, così da permettere a ciascun dettaglio di coinvolgere i sensi e conquistare l'attenzione del pubblico. Le immagini di questa metropoli popolosa e notturna, trasformata in una sorta di Venezia futuristica, diventano il valore aggiunto del progetto. La macchina da presa allarga il suo sguardo per abbracciare gli scenari nel suo insieme, prima di scendere e addentrarsi nei luoghi e nelle esistenze dei protagonisti.

Ciascuno di loro, chi in un modo chi in un altro, deve fare i conti con il proprio passato. Ed è da lì che si dipanano le loro storie. La dipendenza ne è un tratto comune e distintivo, nessuno ne è totalmente immune. In un mondo in cui “la nostalgia è uno stile di vita”, vivere guardando indietro non appare così strano, ma costituisce invece la nuova normalità. E così anche il tanto ambito lieto fine sparisce dagli orizzonti, cessa di esistere. L'assenza è un altro dei cardini attorno a cui ruota narrativamente la pellicola, soprattutto nel momento in cui vira verso il thriller, innescando una serie di riflessioni e meccanismi che la arricchiscono.

Un'ultima osservazione alle splendide musiche di Ramin Djawadi e alla bella chimica tra Hugh Jackman e Rebecca Ferguson, alla loro seconda volta insieme sullo schermo dopo l'indimenticabile The Greatest Showman.

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