Festival di Berlino: Una bravissima Sally Hawkins veste i panni della dolcissima Maudie

Maud Lewis (Sally Hawkins) è nata con una grave forma di artrite reumatoide che sin da piccola le ha reso difficile la vita.  Alienata dalla famiglia per il suo ‘difetto’ fisico e ostracizzata e derisa un po’ da tutti, Maudie è diventata donna senza mai avere la possibilità di costruirsi una vita propria. A cambiarle il destino sarà però l’annuncio lasciato in un locale da Everett (Ethan Hawke), pescivendolo scontroso e solitario alla ricerca di una domestica per le faccende di casa. Nella piccola dimora di lui situata in un angolo remoto di Marshalltown, Nova Scotia, il rapporto tra i due – dapprima conflittuale – crescerà gradualmente, costringendo il burbero Everett ad aprirsi a Maudie, e concedendo di contro alla dolce Maudie quell’indipendenza da sempre desiderata.

La possibilità di vivere una vita lontana da chi le aveva sempre rinfacciato le proprie difficoltà senza mai aiutarla a superarle, darà infatti modo alla giovane donna di coltivare anche la sua piccola passione per il disegno. Quasi per gioco e grazie a un barattolo di vernice trovato a casa, la minuta e fragile donna scoprirà infatti di avere un talento e una passione innati per la pittura. I suoi piccoli quadri a tema paesaggi, animali, con tratti infantili ma accattivanti e sempre pieni di amore e colori, farà infatti di lei e in breve tempo un’artista a tutti gli effetti e una donna popolare, riscattandola dalla precedente vita di solitudine ed emarginazione. Everett e Maudie scopriranno l’uno nell’altra un aiuto sul quale contare. E se Everett dovrà sforzarsi di uscire dalla propria asocialità, Maudie troverà invece nella sua attività un mezzo per comunicare la sua gioia di vivere, e il suo modo delicato e sensibile di osservare il mondo si farà largo attraverso i colori dei suoi tanti disegni.

Per la categoria Berlinale Special l’irlandese Aisling Walsh presenta il film biografico Maudie, basato sulla vera storia di una donna affetta da una forma di artrite degenerativa che nel Canada degli anni ’40 divenne famosa per i suoi dipinti. La Walsh adatta per il cinema una storia struggente e di forte ispirazione, la parabola di una donna con una forza endemica straordinaria, e che in barba a un destino non propriamente ‘fortunato’ cercò con tutte le proprie forze di combattere per la propria felicità.

Sally Hawkins (un’attrice con un enorme talento e forse non del tutto esplorato) veste in maniera straordinaria i panni di questa donna fragile, minuta, eppure straordinariamente volitiva. A farle da contraltare un ritrovato Ethan Hawke nei panni del burbero Everett. La loro è una coppia bellissima, animata da un’alchimia particolare, e che insieme alla regia e alla forza suggestiva dei luoghi alza il livello di un film che – senza questi fattori – poteva essere decisamente meno avvolgente. Ci si commuove e si piange, invece, di fronte al lento ‘ritirarsi’ di questa donna dolcissima con due grandi occhi luminosi e un sorriso grande e caldo. Aisling Walsh mette il suo occhio di donna al servizio di questa storia, la parabola di una vita difficile raccontata attraverso la lotta perpetrata con il buon umore e la voglia di fare, e il risultato è senza dubbio degno di nota. Ma a fare la differenza, sono, senz’altro, due bravissimi attori da cui emergono poco alla volta due bellissimi, e amabili protagonisti.