Festa del Cinema di Roma: Una questione privata. I Taviani e Fenoglio, un incontro magico.
I fratelli Taviani e Beppe Fenoglio si incontrano, e sembra uno di quegli incontri che il destino prima o poi rende inevitabile. Perché il romanzo omonimo dello scrittore piemontese sembra scritto pensando proprio alla cifra stilistica dei fratelli registi e sceneggiatori.
La storia che si racconta è quella di Milton (Luca Marinelli), partigiano che combatte sulle montagne piemontesi, che tornando nella villa – bellissimo il gioco di trasposizioni fra le immagini della villa grigia ed immersa nella nebbia e quelle invece della stessa villa di un rosa risplendente alla luce del sole al tramonto – dove aveva trascorso l’ultima estate prima di entrare nella clandestinità e dove aveva conosciuto Fulvia (Valentina Bellè) e Giorgio (Lorenzo Richelmy), scopre di una possibile relazione tra i due. Decide allora di avere un chiarimento con l’amico, nel frattempo fatto prigioniero dai fascisti, e per far questo accantonerà le ragioni politiche per le quali combatte facendo prevalere, per l’appunto, una questione squisitamente privata.
Nel raccontare la dicotomia tra queste due forze fortemente contrastanti, il pubblico della sua lotta e battaglia politica ed il privato di un sentimento disilluso, i fratelli Taviani ricorrono alla loro arte cinematografica che si edifica su una sceneggiatura incisiva e priva di fronzoli e su una sempre ossessiva ricerca dell’immagine pittorica che fonda nella rappresentazione dei corpi, sia nella massa che nell’individuo, la sua base espressiva. E così, il loro cinema, se ad una prima superficiale impressione può apparire paludato ed antico, assume invece contorni poetici e fortemente significativi che ne rendono la visione sempre un’esperienza che arricchisce lo spettatore.
Gli attori si adeguano all’artigianalità della loro arte, rimanendo nei confini di una recitazione che preferisce l’espressione ed il movimento alla parola e che non ammette iperboli istrionesche.
In definitiva, Una questione privata è un altro prezioso mattone di quell’operazione storico culturale che i fratelli Paolo e Vittorio Taviani portano avanti da ormai più di mezzo secolo.